Nel corso dell’annata calcistica appena conclusasi il Napoli è stata la società che ha fatto registrare il minor numero di infortuni (10) ed il minor numero di assenze per infortunio (27). La Juventus, invece, ha avuto 28 infortuni e 98 assenze. Ancora peggio le milanesi: al Milan si sono registrati 50 infortuni e 197 assenze mentre l’Inter è stata in assoluto la squadra più falcidiata con 52 infortuni e ben 256 assenze. Non molto diverso il bilancio complessivo degli ultimi sei anni: tra le 12 squadre che hanno sempre disputato il campionato di serie A il Napoli è in assoluto la squadra con meno infortunati e assenze.
Questi dati, illustrati ieri nel corso del convegno “Napoli, insieme per la salute” tenutosi a Città della Scienza, testimoniano la bontà del lavoro svolto in questi anni dallo staff medico del Napoli, che com’è noto è diretto dal sannita Alfonso De Nicola.
E non è casuale che ieri il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, dopo aver prolungato nei giorni scorsi il contratto allo staff medico, abbia anche dichiarato: “Nel progetto di ristrutturazione dello stadio, con il dottor De Nicola abbiamo in animo di creare all’interno del San Paolo una clinica sportiva”. Insomma, un tassello fondamentale per passare dallo scudetto della medicina sportiva a quello sul campo.
Non è la prima volta, del resto, che il lavoro dell’equipe guidata dal medico sannita viene evidenziato dai media nazionali. Due anni fa l’Adnkronos Salute evidenziò che il Napoli era la squadra con meno infortuni e che l’exploit era da ricondurre anche alla scelta operata da De Nicola di puntare sulle tecniche di riequilibrio posturale. “Con queste metodiche – spiegò allora il medico di Cerreto Sannita – abbiamo ridotto pubalgie o lombalgie, ma le utilizziamo su tutte le patologie da sovraccarico funzionale. Riusciamo a dare al calciatore un movimento il più ergonomico possibile. Così tutti i muscoli funzionano nel modo giusto e non ci sono carichi sproporzionati che provocano alterazioni. In pratica, dedichiamo al lavoro posturale il 40% del nostro impegno quotidiano sulla squadra”.
L’esperienza di De Nicola nel mondo del calcio che conta, va ricordato, ebbe inizio negli anni Ottanta con il Bari dei miracoli di Matarrese. Partecipò anche ai mondiali del 1990 nella veste di medico sociale della nazionale rumena, che giocò un buon calcio e superò il primo turno pur essendo inserita in un girone difficile (con l’Argentina campione in carica, il Camerun e l’URSS). Era la Romania di Hagi, Răducioiu, Petrescu e Lacatus, che scelse Telese come sede del ritiro (a metà strada tra Napoli e Bari, sedi del girone eliminatorio). Seguirono le esperienze al Napoli e una nuova parentesi a Bari.
A riportarlo nuovamente a Napoli nel 2004 ci pensò l’allora direttore Pierpaolo Marino e il dottor De Nicola, assieme a Gianluca Grava, è tra i pochi superstiti del gruppo che, partendo dall’inferno della Serie C, ha conquistato per la seconda volta la qualificazione in Champions League.
Tra l’altro, attraverso il Centro di riabilitazione del dottor De Nicola di Cerreto Sannita in questi anni sono transitati tanti campioni: dai centrocampisti Boban e Platt agli attaccanti Cassano, Miccoli, Raducioiu e Joau Paulo, solo per citarne alcuni.
Insomma, c’è anche uno spicchio di Sannio nel calcio che conta e i successi ottenuti in questi anni dal dottor Alfonso De Nicola rappresentano senz’altro un motivo d’orgoglio per una provincia, quella di Benevento, che è terra d’eccellenze, ma spesso lo dimentica.