Per Nunzia De Girolamo la prima grana è grana padana. L’assessore lombardo Fava l’ha definita, con un italiano orrido, “giovane ragazza beneventana”. Ma lasciamo stare la letteratura. Stiamo ai fatti, cioè alla terra. Il Fava – assessore di Roberto Maroni – sostiene che il ministro proprio perché è una ragazza non “possa conoscere meglio di noi le vicende del latte” e non rappresenterebbe la Lombardia e la Lega “al meglio a Bruxelles”. Dunque? L’assessore non vuole che i rapporti con l’Europa siano curati dalla “ragazza beneventana” e, al contrario, vuole che ci sia una sorta di ministro lombardo per le Politiche agricole leghiste. Qualcosa mi dice che il ministro Nunzia De Girolamo, che forse non si aspettava questa bella considerazione dai suoi ex alleati padani, saprà come prendere due piccioni con una Fava e così rappresentare al meglio gli interessi italiani e mandare l’assessore lombardo, esperto di campi, a pascolare gli armenti. Vedrete.
La rava e la fava, però, ci offrono l’occasione di prendere di petto la “questione De Girolamo”: in Italia si è ragazzi e ragazze fino a che età? Il presidente del Consiglio ha – finalmente – più o meno la mia età: 46 anni. In Europa ci sono arrivati molto tempo prima. La ragazza beneventana, che anagraficamente è in linea con l’Europa e anche per questo, magari, potrà far sentire la sua voce, ha dimostrato sul campo di saperci fare. Ha beneficiato – non c’è dubbio – del Porcellum ed è stata eletta al Parlamento con una corsia preferenziale e senza colpo ferire ma non è stata l’unica. Altri, che hanno seguito la sua strada, ora sono fuoristrada. Lei invece è al governo. Nel suo stesso partito, senza posare per alcun calendario, ha fatto le scarpe, gli scarpini e le scarpette a molti. A Benevento, dove è amata e odiata, ha dimostrato di saper correre mentre “cavalli di razza” come Mastella, Izzo, Viespoli, Barbieri, Nardone non sono più in gara. Il suo asso nella manica è stato il berlusconismo di ferro di cui è stata un’interprete di seconda generazione, visto che al tempo della “discesa in campo” era addirittura adolescente. Diciamo un berlusconismo 2.0. La ragazza beneventana di strada ne ha fatta. Dal leggendario peluche che regalò a Berlusconi è giunta, lottando colpo su colpo, al ministero dell’Agricoltura mandando molti a zappare.
La ragazza beneventana, però, non è più ragazza. E’ una signora. Si è sposata da non molto e con un buon partito. Qui pettegolezzi non se ne fanno e meno che mai potrò confondere politica e sentimenti (la battuta velenosa di Concita de Gregorio a Ballarò – “ci dica dei discorsi con suo marito” – fu indecente e tutta una cosa tipicamente femminile). Tuttavia, che il “buon partito” ci sia – c’era – è un dato di fatto politico e non affettivo. Francesco Boccia, inoltre, è vicino a Enrico Letta e rappresenta l’anima più giovane del Pd. Non posso non notare, allora, che la ex ragazza beneventana non solo ha fatto fuori gli uomini e le donne della sua parte ma ha anche vinto sulla parte avversa, quella che dovrebbe ricadere nel campo del marito. Durante la campagna elettorale a Benevento il vincitore in pectore era Umberto Del Basso De Caro ma dopo le elezioni Umberto si è bersanizzato o, per usare la metafora felina, da buon giaguaro si è smacchiato. Forse, Umberto non pensava di diventare ministro ma non immaginava neanche che i suoi voti sarebbero serviti a far diventare ministro la ragazza beneventana.
E’ tempo di smetterla di prendere sotto gamba Nunzia De Girolamo. Da tempo non è più una ragazza. Ha responsabilità di governo. E’ il caso, invece, di prenderla sul serio e giudicarla su fatti politici e risultati concreti. Credo che sia giusto per tutti: per lei che ha maturato sul campo il diritto e per i suoi avversari che finora a furia di sottovalutarla sono stati svalutati. E’ sul campo del governo che la ex ragazza beneventana dovrà dimostrare di saper passare dalla propaganda alla realtà. Tutto il resto è (davvero) noia.