di Giancristiano Desiderio
Ne hanno presi quattro, ma in giro ce ne sono con molta probabilità altri quattro. A tentare la rapina alla gioielleria di via Ponte Carolino a Maddaloni erano dunque in otto. Le automobili erano due e non una. La banda che ha ucciso il valoroso carabiniere Tiziano Della Ratta è a tutti gli effetti una banda di ragazzini. Perché Angelo Covato ha appena 19 anni, Rosario Esposito Nuzzo ha 20 anni e Giuseppe De Rosa di anni ne ha 22. La donna, che è servita per simulare la scena della cliente ed entrare in gioielleria, ha invece 30 anni. A questa banda di ragazzini capeggiati da una donna trentenne bisogna aggiungere – ripeto, con molta probabilità – altri quattro malviventi. Per questo motivo l’operazione dei carabinieri e delle forze dell’ordine congiunte non è ancora terminata. Durante tutta la notte sono proseguite perlustrazioni, ci sono pattugliamenti e posti di blocco. Anche nell’area della provincia di Benevento. Non si esclude che i complici ancora in libertà possano essere proprio nella provincia sannita.
Il luogo dove è stata tentata la folle rapina che si è trasformata in un’infernale sparatoria che è costata la vita a Tiziano Della Ratta è nel primo quartiere di Maddaloni che si incontra accedendo al paesone casertano subito dopo aver superato i Ponti di Valle. Scappando da quell’area è possibile prendere ogni direzione verso Caserta, Napoli o Benevento. L’allerta riguarda dunque ogni stazione dei carabinieri che possa dare il contributo decisivo ai fini della cattura.
Qualche istante prima di entrare nella gioielleria per visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza, Tiziano Della Ratta aveva sentito la moglie al telefono e le aveva detto: “Non chiamarmi, ho un servizio”. Si sentivano molte volte al giorno. Tiziano era un padre amorevole e premuroso e chiedeva notizie del piccolo Alfonso. Poco dopo quella telefonata, l’inferno.
Sulla scena del crimine, per una delle tante e incredibili coincidenze di questa storia assurda ma purtroppo reale, si è trovata anche la cognata del carabiniere ucciso. Sapeva che Tiziano in giornata si sarebbe trovato a Maddaloni in servizio e quando ha sentito alla radio la notizia della rapina e della sparatoria ha avuto un sussulto al cuore. Lì giunta si è fatta largo tra la folla. Ha saputo di un carabiniere morto. Ha chiesto il nome. Così ha saputo ciò che temeva e voleva respingere conoscendo i fatti e la verità.
Tutti malviventi arrestati, su provvedimento della procura di Santa Maria Capua Vetere, sono napoletani. Anche gli altri in circolazione dovrebbero essere napoletani. Da giorni intorno alla gioielleria si vedevano strani movimenti. Per conoscere almeno sommariamente il locale, molto probabilmente i ragazzini erano già stati nella gioielleria fingendo di voler acquistare un orologio. Avevano provato a prendere le misure del “colpo” che volevano attuare. Il risultato sarà andato anche oltre la loro immaginazione. Ma in quella gioielleria sono entrati con armi da fuoco pesanti. Segno di violenza e ferocia, di disprezzo della vita umana, prima che del pericolo.