Gli uomini si salveranno ritornando alla terra, disse il papa in tempi non sospetti. Anche le donne. Nunzia De Girolamo si è portata notevolmente avanti con il programma: sarà ministra delle Politiche agricole nel governo Letta. Forse, per una sorta di contrappasso per quanto accadde in campagna elettorale con la gaffe sul Veneto e i contadini. Correndo ai ripari, giustamente la futura ministra disse: “Anche io vengo da una terra di contadini e ne sono orgogliosa”. La terra di contadini è il Sannio. Terra di emigranti.
La scalata politica di Nunzia De Girolamo è stata tanto rapida quanto resistibile. Il destino, però, l’ha voluta ministra e noi le facciamo il nostro in bocca al lupo perché il governo Letta non è uno dei tanti governi ma l’ultimo dei governi: se dovesse andar male sarebbero guai seri, molto seri per tutti. Voglio sperare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la giovane deputata sannita, che sa di agricoltura come io di astrofisica, metterà da parte quella che fino ad oggi è stata la sua stella polare nella conduzione politica: la costruzione del consenso. Il governo Letta ha come imperativo categorico quello di essere utile al Paese e non ai partiti che gli daranno la fiducia. Sarà utile se rispetterà il senso che ne giustifica la nascita. Sarà dannoso se verrà meno a questo impegno. La stessa cosa si può dire, senza cambiare una virgola che non c’è, per la ministra che è chiamata ad essere ministra della Repubblica e non ministra del Sannio. E, per dirla tutta, è bene che anche il Sannio faccia altrettanto: lasci da parte piaceri, favori, raccomandazioni, segnalazioni, agevolazioni.
L’età media del governo Letta è 53 anni. Nunzia De Girolamo è lì anche per l’età che ha. E’ stato proprio il presidente Napolitano – se non sbaglio – a volere ministri giovani. Il motivo è comprensibile: mettere le giovani generazioni d’italiani di fronte alle loro responsabilità. Il capo dello Stato, che di anni ne ha quasi 90, ha fatto non solo la sua parte ma anche la sua vita e il suo ultimo atto è proprio questo di riconoscere alle ultime generazioni di italiani e italiane che è giunto il momento che anche loro facciano la loro parte per l’Italia. Il compito è gravoso ma non eludibile. Il governo Letta è chiamato a sviluppare una politica di antiausterità senza mettere in forse nuovamente i conti dello Stato. Lo si potrà fare in un solo modo: tagliando la spesa. In particolare, i ministri, lavorando in squadra, dovranno tagliare i costi della macchina statale. Dovranno incidere proprio sul loro stesso lavoro. Non dovranno, dunque, fare la morale agli altri ma a se stessi. Il taglio della spesa è una riforma non rinviabile. Tutto si giocherà in poco tempo. I ministri – la ministra beneventana compresa – dovranno spiegarlo agli italiani: i sacrifici, al contrario di quanto loro stessi hanno detto in campagna elettorale, non sono finiti. Nunzia De Girolamo da questo punto di vista dovrebbe essere avvantaggiata: ha sempre sostenuto, ad esempio, la necessità di abolire le Province. E’ venuto il momento di assumersi chiare responsabilità senza pensare alle clientele.
Qua e là – quasi dappertutto – ho letto commenti indispettiti, inviperiti, spazientiti. La nomina di Nunzia De Girolamo ha suscitato proprio nella sua terra un vivo sentimento di invidia. Certo, ci sono anche coloro che sono felici. Ma il sentimento più diffuso oggi è il risentimento. E’ comprensibile, perché è umano, ma è sbagliato. Proprio oggi ho letto un’intervista in cui la deputata sannita esordisce dicendo al suo intervistatore: “Se scrivete per Billy Nuzzolillo non ve la do”. Noi invece facciamo il contrario: diamo a Nunzia De Girolamo la nostra fiducia. Ad ognuno le proprie responsabilità.
Caro Direttore, ma Lei crede davvero che la De Girolamo l’abbia voluta Napolitano in persona per la sua giovane età e non il Berlusca per le sue…grazie ? Perchè si nasconde dietro un dito ? Ma se lo stesso Letta quando ha letto i nomi della sua squadra ha detto “Di Girolamo” e non “De Girolamo”… Sia serio, una volta!