Se non sarà un governo serio sarà una trappola. I partiti inutili della Seconda repubblica – Pdl e Pd, gli unici che abbiamo – devono fare uno sforzo e diventare utili. Per il Paese e per se stessi. Se non lo faranno cadranno nella trappola che si saranno costruiti con le loro mani e la loro stoltezza.
La strada che hanno davanti – il governo Letta – non è facile ma è senza alternative. O Letta o il voto. La terza via non c’è. Questa non è una novità. Quando i due partiti inutili hanno supplicato Giorgio Napolitano di accettare di essere rieletto al vertice dello Stato, sapevano che la rielezione di Napolitano avrebbe comportato il tentativo di un governo di unità nazionale dal profilo politico e istituzionale. O questo tentativo andrà in porto o tutti saranno – saremo – travolti. La prospettiva è iscritta nello stesso risultato elettorale del voto del 24 e 25 febbraio che è figlio della finta unità politica della “strana maggioranza” del governo Monti. Ora ciò che è finto dovrà diventare vero.
Tre punti vanno evidenziati:
1- Il governo Letta dovrà essere politico, duraturo e incisivo. Se fallisce consegnerà l’Italia a Grillo e Casaleggio.
2- La priorità del Pdl non dovrà essere la difesa di Berlusconi ma del Paese. Pensare di fare un governo per andare a breve al voto è deleterio.
3- Il Pd deve impegnarsi politicamente per cambiare istituzioni, società e se stesso come non è stato fatto in venti anni.
Dunque, altro che inciucio. Questo è il nostro dopoguerra. Qui c’è in gioco un cambio radicale delle senso delle cose per rifondare la casa degli italiani. Nelle storie delle democrazie europee ci sono dei momenti in cui le forze politiche devono unirsi per tenere unito lo Stato nazionale di cui loro stesse sono il frutto. Per molto tempo la politica italiana ha ignorato la necessità di questo “passaggio nazionale” e si è illusa di creare la democrazia dell’alternanza sulla base dell’odio reciproco piuttosto che su un conflitto moderato e incanalato nelle istituzioni. Non è un caso che l’odio reciproco abbia condotto sull’orlo dell’autodistruzione. Ciò che non è stato fatto nel “ventennio bruciato” va fatto ora.
Napolitano ha 88 anni. Letta ne ha 46. Il presidente della Repubblica ha fatto il suo dovere in modo ammirevole. Ora gli obblighi passano su altre spalle. Ogni generazione di italiani si assuma le proprie responsabilità. Così è sempre stato, così sempre sarà.