La democrazia parlamentare è un regime politico-istituzionale da difendere e un valore da riconoscere. Difetti ne ha tanti ma ha ancora il pregio di conservare libertà e vita civile. La democrazia è la peggior forma di governo – amava ripetere Churchill – eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate finora. Non si può escludere che in futuro ci possano essere altre e migliori forme di governo in grado di garantire le libertà ma, al momento, non ci sono note. La democrazia rappresentativa è il modello che la storia e la coscienza della cultura europea hanno creato tra tentativi ed errori e correzioni, guerre e conquiste, per vivere secondo dignità. Sarebbe da stolti buttare a mare questo patrimonio per trasferirsi in un’altra casa che ancora non c’è. La casa vecchia si lascia quando c’è la casa nuova.
Il M5S è un movimento antipolitico. Ma non solo. E’ anche antiparlamentare e non fa mistero di voler scardinare la democrazia rappresentativa a vantaggio della democrazia del web. E’ un movimento antiparlamentare non in astratto ma in modo preciso: non considera i deputati nella loro funzione rappresentativa senza vincolo di mandato bensì ritiene che siano portavoce ossia emissari del movimento di Grillo e Casaleggio. La rappresentanza senza vincolo di mandato è l’istituto creato dal pensiero politico e dalla borghesia europea per dare “corpo” alla nazione e alle sue energie intellettuali e morali. Negando questa rappresentanza, il M5S riporta la politica ad una condizione pre-moderna. Il suo modo di concepire il Parlamento è antiparlamentare e incostituzionale. Nulla a che vedere con il consiglio di ascoltare la piazza, la gente, la società, la rete. Riguarda l’intenzione, più o meno cosciente, di trasformare l’istituto parlamentare in un’assemblea adeguata ad una democrazia popolare e non al parlamentarismo classico. La democrazia popolare è una forma subdola di dittatura che ha un’origine giacobina e una tradizione comunista.
Il Pd ha cercato a più riprese un accordo con il M5S. I tentativi sono falliti. Forse perché Grillo non ha voluto. Forse perché non ha voluto il Pd. Forse per puro caso. Come che sia, è una fortuna che l’accordo non ci sia stato. Il Pd, nonostante tutto, è una forza politica parlamentare e tale vuole restare. Il M5S è antiparlamentare. Si tratta di due forze i cui interessi divergono. Se l’accordo si fosse fatto e se il governo del Pd con i grillini fosse nato – sulla base della esclusione prima ed eliminazione poi di Berlusconi – il M5S sarebbe stato un classico cavallo di Troia. Il cosiddetto “modello Crocetta” – il governo della regione Sicilia fatto insieme con Grillo – è già in crisi e Crocetta ostaggio di se stesso. Questa è la strada più sicura per distruggere in breve la democrazia italiana.
La sinistra italiana ha contribuito in modo determinante a costruire la democrazia rappresentativa italiana. Però, all’interno della cultura comunista c’è sempre stato l’equivoco della possibile trasformazione o evoluzione della democrazia rappresentativa in democrazia popolare. L’equivoco è stato storicamente in piedi fino al 1989, anche se una parte dei comunisti italiani aveva risolto il dilemma a favore dell’Occidente prima della fine dell’Urss. La maggior parte, però, si è decisa per la democrazia rappresentativa e basta solo dopo e non prima della fine del comunismo storico. E’ questo il motivo che induce oggi molti uomini e donne di sinistra – partiti come Sel, giornalisti, intellettuali, militanti – a cercare un’intesa con il movimento antiparlamentare di Grillo e Casaleggio: la sinistra grillina. In questo modo gli ex e i post comunisti italiani perdono il rapporto con la loro stessa storia, fino al punto di non riconoscersi in Giorgio Napolitano che considerano un pessimo presidente della Repubblica perché ha difeso le virtù repubblicane a cui sono legate l’unità nazionale e le nostre libertà. Sono gli inconvenienti – chiamiamoli così – a cui va incontro chi non impara dai propri errori.
condivido il contenuto, anche se andrebbe approfondito il giacobinismo di tanto pd che ha favorito la crescita di un humus nel quale il grillismo è cresciuto. La faglia che attraversa i democratici costituisce un macigno ancora più limitante per il pieno funzionamento del sistema (cfr. i voti pd a rodotà)