Forse non lo sapete ma nel centro storico di Benevento ci sono dei veri e propri criminali che minacciano il decoro cittadino. I delinquenti più pericolosi, innalzati a nemico pubblico numero 1 in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Polizia municipale a Palazzo Paolo V, sono i ragazzini e i bambini armati di Super Santos che giocano in Piazza Santa Sofia. E’ una vergogna. Sono pericolosissimi. Lo sconcio deve finire al più presto. Ci penserà il comandante Giuseppe Moschella che salirà sulla sua nuova bicicletta con pedalata assistita e soprattutto nel week-end darà la caccia ai violenti pallonari. Il nemico pubblico numero 2 per Benevento e i beneventani è un mostro a tre teste e nove code, una cosa a metà strada tra Cerbero e gli incubi di Dario Argento: il cane. Altro che il più fedele amico dell’uomo: il cane è una bestia immonda che fa la cacca. Anche in questo caso il comandante Moschella con la sua pedalata assistita, come una sorta di supereroe metropolitano, comparirà, sempre di sabato e di domenica – negli altri giorni niente cacca – e provvederà a garantire il decoro urbano. Dulcis in fundo, ecco il nemico pubblico numero 3: gli sposi. Sì, loro, proprio loro, i giovani sposi sono in realtà dei criminali delle peggior specie e sono in combutta con gli invitati che addirittura all’uscita dalla chiesa lanciano il riso per festeggiarli. E’ un vero schifo. Ma come è possibile fare finta di niente e accettare queste vergogne? Niente paura. Anche in questo caso il nostro pedalatore solitario risalirà Corso Garibaldi e metterà fine all’indecenza e allo scandalo della festa nuziale fatta dal riso e dalle risa nientemeno che sul sagrato della chiesa di Santa Sofia.
Forse voi non lo sapete ma è tutto vero. Non ho inventato nulla. Se la cosa vi fa ridere o se pensate che stia prendendo in giro qualcuno, ebbene, piantatela, perché è tutto verissimo. In verità, quando ho letto la notizia sulla puntuale Gazzettabevento.it non ci credevo neanche io. Più leggevo e più ero incredulo. Ho dovuto leggere l’articolo per ben tre volte per capire se avevo capito bene. Mi dicevo: “Cretino, leggi bene, non può essere. Hai capito male”. Così ho letto e riletto ma alla fine mi son dovuto arrendere. Il vicesindaco Raffaele Del Vecchio – mi dice la Gazzetta – ha usato “toni molto duri e chiari”. Nei confronti di chi? Dei ragazzini che giocano a pallone, dei cani e degli sposini. “La ricreazione è finita – ha detto -. Non saranno più tollerati comportamenti lesivi della nostra città”. Una frase forte, non c’è dubbio. Più adeguata al Pd che agli sposini ma il vicesindaco, con il vigile sostegno della pedalata assistita e del sindaco Pepe ce l’aveva invece proprio con ragazzini, cani e sposini. Così, dichiarando aperta la nuova caccia alla streghe nella storia della Benevento moderna, ha annunciato che la ricreazione è finita e ha avvertito: “Non saranno più tollerate pallonate sul muro dinanzi monumenti e chiese. E’ impensabile che, in una città seria, si tolleri tanta libertà per i possessori di cani che possono fare i loro bisogni ovunque, oppure ai novelli sposi di essere oggetto, impunemente, del lancio del riso. Adesso Basta. O ci armiamo di senso civico o ci penseranno gli agenti in bicicletta”.
Insomma, niente da fare. Raf c’è cascato un’altra volta. Dopo la storica inaugurazione della panchina europea e dopo la tragicomica storia del presepe più bello del mondo, ecco ora arrivare il Pacchetto Decoro con cui si deve alimentare la cultura del rispetto, tutelare il patrimonio artistico tanto caro all’Unesco e persino ai beneventani, incentivare il turismo dando la caccia senza quartiere ai ragazzini che giocano a pallone, ai cani che alzano la gamba e ai fidanzatini che si sposano. Per tutelare il grande patrimonio storico, monumentale e culturale di Benevento bisognerebbe seguire altre strade piuttosto che voler trasformare il centro storico in un piccolo stato di polizia municipale che non vede lo sconcio del parcheggio della prefettura – lasciamo perdere tutto il resto – e si concentra sul Super Santos con cui grazie al cielo siamo tutti cresciuti. Ma lasciando da parte ogni commento, perché proprio non ne ho voglia, ciò che sfugge completamente alla logica più elementare è la condanna del riso sugli sposi. Gli sposi non vanno condannati ma benedetti. A condannarci ci pensano già loro da soli ma la loro immagine nuziale di festa non è contraria al decoro né urbano, né turistico, né religioso, né civile e andrebbe assunta come il simbolo stesso della bellezza ed eleganza di Piazza Santa Sofia tanto cara all’Unesco. Anzi, è bellissima l’immagine della sposa che esce dalla chiesa ed è festeggiata dalla pioggia del riso e dà anche quattro calci al pallone sfuggito per un attimo al controllo dei ragazzini (e al Moschella in bicicletta con pedalata assistita).
Raf – porca miseria – sai quanto ti voglia bene, ma prima di avventurati in questa storia non potevi farmi una telefonata? Ti avrei detto che stavi per fare un perfetto autogol. Ti avrei detto che se la strategia della nuova giunta per risollevare le sorti di Benevento è questa, allora, faresti bene a lasciare la giunta Pepe che ieri ha dimostrato di non aver senso delle istituzioni e oggi non ha senso del ridicolo. E ti avrei invitato – come ho fatto tramite Whatsapp – a venire all’incontro “Elementi di filosofia del calcio” in cui si discuterà anche dell’importanza di giocare a pallone davanti alle chiese e in centro storico. Il modo migliore per amare la propria città. Vieni, dai, e porta anche il pallone.