Luigi De Magistris si è presentato sulla scena politica europea, napoletana e nazionale come un rivoluzionario. La forma più compiuta di questa sua idea rivoluzionaria è stata la lista “rivoluzione civile” che ha messo insieme un bel po’ di ex pubblici ministeri. Ma qui non si vuol discutere di questo. Bensì del fatto che il sindaco di Napoli non è un rivoluzionario ma un patafisico. Le scelte amministrative e politiche che ha compiuto per governare la città rispondo tutte ad un perfetto stile patafisico: si tratta cioè di soluzioni immaginarie per problemi reali. La prova è nei fatti.
La circolazione stradale sotto il Vesuvio è da sempre un grave problema. Il sindaco avrebbe potuto affrontarlo con serietà e senza comunicare la finta convinzione di assumere provvedimenti definitivi e risolutivi per una situazione difficile per chiunque. Invece, il sindaco ha immaginato di poter risolvere l’annoso problema cittadino chiudendo il Lungomare. Una evidente soluzione patafisica o immaginaria che può essere anche divertente e ironica in letteratura e nel giornalismo ma è disastrosa per la vita cittadina, tanto per il traffico quanto per il commercio e le altre attività economiche. Anche l’America’s Cup rientra nella politica patafisica del sindaco. Anzi, nel caso della gare veliche la dissonanza tra lo stato reale in cui versa la città e la condizione “liquida” in cui si svolge l’America’s Cup è ancora più forte e stridente. I concretissimi problemi cittadini, da quelli comunali a quelli sociali, sono del tutto estranei ed esterni alle gare dei catamarani. Pura patafisica.
Quando lo scrittore francese Alfred Jarry ideò con i suoi romanzi la patafisica come la “scienza delle soluzioni immaginarie” forse non pensava che un giorno qualcuno avrebbe adottato la sua invenzione letteraria sul piano politico. Un secolo dopo la pubblicazione del romanzo Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico possiamo dire che il sindaco di Napoli – ma in verità non soltanto lui, anche se il suo caso è esemplare – ha prodotto tale e tanta materia patafisica che le cronache amministrative napoletane somigliano un po’ alle Cronache marziane di Ray Bradbury e un po’ al romanzo di Jarry che per l’occasione assumerebbe il titolo Gesta e opinioni del sindaco De Magistris, patafisico.
Il sindaco patafisico è un’evoluzione del sindaco metafisico. Quest’ultimo è stato incarnato da Antonio Bassolino che fu una sorta di quintessenza della politica e dell’intellighenzia napoletana. Un sindaco così metafisico che per molti, molti anni ha beneficiato del particolare bonus di sindaco senza opposizione e con l’osanna quotidiano di stampa e intellettuali che gli avevano appaltato il cervello. L’idea patafisica di chiudere il Lungomare richiama subito alla mente l’idea metafisica della liberazione di Piazza Plebiscito. Mentre, però, la piazza libera aveva e ha ancora una sua ragion d’essere e appare nella sua disarmante bellezza, appunto, metafisica, il Lungomare è uno stradone vuoto. La patafisica è infatti una metafisica svuotata di senso. Vuota. Ma il vuoto è pericoloso e Napoli, come raccontano le cronache, vi ci sta sprofondando.