Casaleggio aveva paragonato Grillo a Gesù. Dopo il voto di febbraio, Beppe Grillo aveva annunciato rivolgendosi ai suoi eletti: «Il 15 per cento di voi mi tradirà». Il tempo si è compiuto. Il tradimento è arrivato anche prima del previsto. Alla prima elezione utile, i cittadini-senatori del Movimento a 5 stelle hanno fatto di testa loro e non si sono attenuti a quella che una volta si sarebbe chiamata “linea di partito”, ma che ora non si sa più neanche come chiamare. Non a caso proprio Grillo, dopo aver definito i suoi “traditori”, ha tirato fuori il contratto – proprio come Berlusconi – dove sta scritto, come su sacre scritture del suo Movimento o sulle tavole della legge, che le decisioni si prendono a maggioranza e una volta prese vanno rispettate. Insomma, i grillini saranno anche nuovi ma la vecchia e cara disciplina di partito deve valere anche per loro, vogliano o non vogliano. Però, Grillo parla da Genova o dal suo blog o in riva al mare insieme con Stefano Benni e lì in Parlamento non c’è – almeno non c’è con il corpo – e così far imporre e far rispettare le direttive e la disciplina di partito-movimento è più difficile, quasi impossibile, forse inutile.
La legge della Seconda repubblica è stata l’Appartenenza. “Io sono di destra”, “io sono di sinistra” e così i problemi concreti, che il più delle volte, per non dire sempre, non sono né di destra né di sinistra ma sono problemi concreti, sono rimasti irrisolti perché il Parlamento e il governo sono stati trasformati in due asili in cui i bambini di destra e i bambini di sinistra si accapigliavano. Ora la Terza repubblica non nasce sulla fine della legge dell’Appartenenza ma su una sua ulteriore evoluzione: il Tradimento. La categoria del tradimento non è politica ma religiosa e quando è trasportata dalla religione alla politica non solo corrompe se stessa ma anche la politica che acquista una dimensione teologica arbitraria e pericolosa. Grillo e Casaleggio vogliono che i loro cittadini-senatori (e deputati) rimangano puri, e per restare puri non si devono mischiare e confondere con gli altri. La libertà di coscienza, che è il presupposto su cui si fonda l’istituto parlamentare, è semplicemente abolita da Grillo e Casaleggio che considerano i cittadini-senatori e i cittadini-deputati dei loro emissari, quasi come se loro – Grillo e Casaleggio – fossero una potenza straniera. E per certi versi hanno ragione: sono una potenza straniera perché ritengono di essere antropologicamente diversi dagli altri.
C’è poi un altro aspetto della vicenda che è anche più importante e delicato. La candidatura di Pietro Grasso è stata pensata e proposta proprio per spostare i grillini verso il Pd. Lo spostamento, però, è duplice: perché anche il Pd deve spostarsi verso i grillini per averne il consenso. E su cosa s’incontrano al meglio il Pd e i grillini? Sulla linea giustizialista. Il cittadino Vito Crimi, capogruppo grillino al Senato, alla domanda «votereste sì per l’arresto di Berlusconi?», ha risposto così: «È ovvio, sì». Se dovesse nascere un governo Pd-M5S sarebbe retto da una maggioranza giustizialista in cui il primo che sgarra sarebbe il peggiore dei traditori. Sembrava impossibile, ma rimpiangeremo la fallimentare Seconda repubblica.
(tratto da Liberal)
Glielo dico con rispetto ma anche con fermezza : questa difesa ad oltranza di Berlusconi non è degna di un uomo onesto e di cultura quale La considero. Non condivido una logica come la Sua secondo la quale chi critica determinate situazioni è comunista e chi chiede la punizione del reo è giustizialista. Ma lo vuole capire che se stiamo sull’orlo di una guerra civile è perchè c’è gente ancora oggi che non paga il fio delle colpe commesse grazie all’immunità parlamentare di cui ha goduto ?