Il miracolo italiano si è trasformato nel declino italiano. Ormai la decadenza non è più evitabile. Se volete la prova provata guardate il risultato elettorale. Il bipolarismo si è trasformato in tripolarismo. Il Porcellum è una legge elettorale illiberale concepita dai partiti per sé e non per il governo. Si è trasformata in un micidiale boomerang o in una nemesi politica: i partiti minori sono stati spazzati via e i maggiori sono stati dimezzati. Gli elettori senza libertà di scelta hanno scelto di liberarsi le mani e hanno messo la X su chi apertamente lotta per “mandarli tutti a casa”. Il declino, però, non è rappresentato né dal bipolarismo in crisi né dal movimento di Grillo. Dunque? E’ rappresentato dall’incapacità dei due principali partiti della Seconda repubblica – Pdl e Pd – di unirsi in una maggioranza responsabile e creare un governo di unità nazionale che abbia al primo punto l’interesse dell’Italia.
I partiti italiani sono del tutto inadatti a pensare se stessi come forze politiche al servizio della nazione. Ogni loro mossa è concepita in funzione di se stessi: della loro immagine, del loro elettorato, del ritorno al voto. Il fallimento della Seconda repubblica è talmente profondo e grave che tocca la capacità stessa degli uomini politici di pensare in termini politici. Tutto il ventennio secondorepubblicano si è fondato sulle menzogne e la scomparsa della realtà nazionale. Il recupero della capacità di giudizio sulla realtà nazionale è impossibile. La realtà nazionale – il suo corpo sociale, il telaio statale, l’economia delle imprese – va da una parte e il giudizio politico da un’altra. E’ qui che nasce il declino: nella perdita della capacità e volontà di governo.
In fondo, lo stesso governo Monti è una buona pietra di paragone per capire la gravità della situazione italiana. Nel 2011, ad un passo dalla fine, i partiti – ancora Pdl e Pd – non hanno avuto la forza di unirsi ma solo la debolezza di ritrarsi per passare il testimone, e la patata bollente, al governo dei tecnici. Nel momento di massimo bisogno, la politica si è ritratta. Nel momento delle scelte importanti e decisive, la politica ha manifestato la sua inutilità. Quando, poi, la legislatura è finita, i partiti sono ritornati sulla scena addossando al governo Monti la colpa del dramma italiano. Agli italiani, ai quali come già sappiamo era stata tolta la possibilità di scelta con la legge elettorale, è stata raccontata la Grande Bugia che è stata ripagata con la Grande Verità: dovete andare a casa. E ora, nel momento più critico e drammatico, Pdl e Pd – che sono talmente una sola cosa che si possono definire anche Pd-l – dimostrano ancora una volta di non saper dare risposte in chiave politica. Proprio quando c’è bisogno di un governo politico che metta insieme destra e sinistra e faccia alcune cose decisive per riformare e unire il Paese, e che attui anche buona parte del programma di moralizzazione del movimento di Grillo, proprio ora i partiti mostrano tutta la loro natura fasulla.
La loro funzione è dettata dalle cose stesse: unirsi e governare per uscire di scena. Ma non sono capaci. Per loro la scena è fatta per essere occupata dalla messa in scena. Non sono in grado di porre davanti a sé Stato e nazione. Pierluigi Bersani invece di dimettersi, come si fa in tutti i paesi seri quando si perdono le elezioni, prova a convincere Grillo e pensa ad un governo di minoranza che altro non è che la prosecuzione della linea politica del tutto sbagliata tenuta prima e durante la campagna elettorale. Silvio Berlusconi vuole un governo con il Pd ma annuncia una manifestazione di piazza contro la magistratura in difesa della democrazia. Il suo partito di camerieri è usato per servirlo nella difesa personale.
Questa è la realtà politica e morale nella quale viviamo. Un governo alla fine si farà. Ma sarà il governo del declino italiano.