Gli scrutatori hanno da pochissimo imballato i pacchi da rispedire al Ministero, ancora, probabilmente, non sono nemmeno rincasati. La Nazione dovrebbe esser e felice per aver espresso il proprio democratico pensiero, anche se il sapore della grafite sulla lingua non vuol proprio andar via, ed invece il popolo degli scontenti a 48 ore dopo le elezioni sembra quasi più numeroso e rumoroso di quanto lo fosse prima.
Iniziano ad esserci file dinanzi alle scuole, quelle utilizzate per i seggi elettorali. I delusi del PD che hanno votato Grillo rivogliono il voto indietro per darlo a Bersani. I delusi per la mancata restituzione dell’IMU rivogliono il voto dato al PDL per darlo a Grillo. I delusi da Grillo rivogliono il voto per darlo ad Ingroia. Giannino da par suo è disponile a restituire i voti a tutti se gli danno la possibilità di reinserire nel curriculum le lauree ed il master. Quindi, possiamo pure riandare a votare tanto ci sarà instabilità lo stesso.
L’unica soluzione possibile è che Napolitano dia l’incarico per formare il prossimo Governo a Giulio Andreotti. Si, solo il ‘Divo’ può salvarci. Le mie conoscenze di filosofia si fermano all’indice del manuale liceale; quindi, se dico che sono un vichiano convinto lo devo al fatto che la finestra dell’abitazione universitaria si affacciava sulla lapide che ricordava che lì era nato il pensatore napoletano, ma anche all’indice del testo ‘giannoniano’ che riportava – Giambattista Vico: Corsi e ricorsi storici. Titolo di paragrafo così semplice che mi è rimasto impresso nella memoria. Per cui se ciò che ci aspetta non è altro che la riproposizione di ciò che è stato, allora, probabilmente, sarebbe meglio non cercare sempre spasmodicamente il nuovo che avanza ma ributtiamoci a capofitto nel passato.
Re Giorgio dovrebbe, quindi, conferire il mandato esplorativo a zio Giulio ma contemporaneamente, con un decreto regio presidenziale, dovrebbero mettere fuori legge gli attuali partiti e movimenti. Azzerare tutto e ridarci la Prima Repubblica, non quella crepuscolare dei ’90 ma quella epica della rifondazione dell’Italia e del boom degli anni 60-70. Ridateci il proporzionale puro, il pentapartito, il compromesso storico, i congressi, le mozioni, le sezioni, i comizi. Ridateci la Democrazia Cristiana ed affidiamola per decreto a Matteo Renzi. Si occupi lui, per la gioia del papà, di riproporci la ‘balena bianca’. Rifondate per legge il Partito Comunista Italiano e temporaneamente se ne occupi Vendola in attesa che il comitato centrale definisca le date dei congressi per scegliere i delegati che decideranno chi tra lui e Ingroia si occuperà ‘della falce e del martello’.
Visto che ci siamo anche le feste dell’Unità potrebbe essere ripristinate, casomai con un Decreto Legge da convertire. Ridateci il Partito Socialista quello di Nenni e Pertini, non quello di Craxi. Ci potremmo piazzare Bersani. Ma allo stesso tempo abbiamo bisogno del Movimento Sociale con la Meloni e Crosetto. Se verranno rifondati i Radicali c’è da esser certi che Marco Pannella passerà ben volentieri il testimone a Grillo. Berlusconi si potrebbe occupare della rifondazione del Partito Liberale e Monti dei Repubblicani. O viceversa, con loro, che sono anzianotti siate generosi e concedetegli la franchigia.
Insomma ridateci chiarezza. Fate in modo che riusciamo a capirci qualcosa. Create d’imperio luoghi dove le idee abbiano un nome ed un cognome. Poi diamo, come detto, il mandato esplorativo ad Andreotti e che Dio ce la mandi buona per i prossimi 20 anni. Tanto sappiamo già quello che potrebbe accadere e quindi abbiamo gli anticorpi giusti. Nella situazione attuale non abbiamo la più pallida idea di dove andremo a parare e quindi siamo immuno-deficienti (senza immunità siamo solo deficienti).