(Informa) – Ottocento esuberi e dieci periodici da vendere o chiudere. Sono questi i punti pricipali del piano di ristrutturazione e rilancio di Rcs, presentato ieri dall’amministrazione delegato del gruppo, Pietro Scott Jovane, e il capo del personale al Cae (Comitato aziendale europeo). Nell’incontro di ieri tra i vertici di Rcs Mediagroup e il Comitato aziendale europeo è stata annunciata una riduzione del 10% dei compensi del presidente Angelo Provasoli, dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e dei collaboratori diretti.
Oggi (12 febbraio, ndr) si riunisce il Cda. I redattori del Corriere della Sera si sono riuniti in assemblea per analizzare il piano di ristrutturazione annunciato e per valutare una risposta sindacale all’azienda. Al momento il Cdr non ha espresso alcuna posizione in attesa del confronto in assemblea. Da quanto appreso, una parte dei redattori sarebbe per uno sciopero immediato, un’altra parte valuta meno opportuna un’agitazione dopo l’annuncio delle dimissioni del Papa. La notizia intanto non è piaciuta ai mercati finanziari. Il titolo Rcs ha perso il 2,89% a 1,14 euro, dopo essere arrivato a cedere oltre il 4% nel corso della giornata. Gli 800 esuberi annunciati dai vertici Rcs alla rappresentanza sindacale si confrontano con un organico del gruppo pari a circa 5 mila dipendenti. L’azienda non ha annunciato nel dettaglio le ricadute dei previsti tagli a livello delle singole divisioni, così come non è noto l’impatto sul personale giornalistico e non. Le testate che il gruppo intende cedere rappresentano circa il 20% del fatturato di Rcs Periodici. I magazine coinvolti sono: A, Bravacasa, Yacht & Sail, Max, Europeo, Astra, Novella, Visto, Ok Salute e il polo dell’enigmistica. Complessivamente le dieci testate dovrebbero occupare attualmente, direttori esclusi, circa 90 giornalisti, oltre ai grafici.
Il Comitato aziendale europeo di Rcs Mediagroup esprime in una nota “grande preoccupazione di fronte alle ipotesi contenute nel piano triennale presentato oggi dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane”. “Si tratta – afferma il Cae – di un piano che prevede un drastico ridimensionamento degli organici e del costo del lavoro in Italia come in Spagna e un allarmante sacrificio di asset, testate e patrimonio storico del gruppo, a fronte di prospettive di sviluppo molto accelerato sulle iniziative digitali e sull’integrazione tra piattaforme tradizionali e innovative di informazione”. I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs sottolineano come “aspetti di forte criticità” il fatto che i tagli prospettati, pari a 800 lavoratori, di cui 640 in Italia e 160 in Spagna, vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, soprattutto in Spagna, dove solo nel 2012 si sono persi circa 350 posti di lavoro, con un evidente pericolo per il mantenimento della qualità dell’offerta editoriale oltre che un ulteriore aggravio dei carichi di lavoro”.
“Il piano si regge su un equilibrio finanziario ancora soggetto a numerose incognite – afferma poi il Cae -, poiché si basa anche su un aumento di capitale da parte degli azionisti non definito negli importi, nelle modalità e nelle finalità”. “Le prospettive di sviluppo del fatturato di gruppo – viene poi spiegato -, affidate in larghissima parte alle attività collegate al digitale, sono tutte da verificare nella loro realizzazione concreta, e ancora indeterminati sono gli ambiti di intervento degli investimenti industriali previsti”. “Il Cae – conclude l’organismo – apprezza comunque il metodo di trasparenza nella comunicazione da parte dei vertici di gruppo, che precede e prelude all’avvio di tavoli di negoziazione, e l’apertura verso un obiettivo di ricerca di soluzioni di gestione condivise tra azienda e organismi sindacali”.