Come è noto, ai sensi dell’articolo 11 del D.Lgs. 235/2012, entrato in vigore il 5 gennaio scorso, tra l’altro, il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri comunali, colpiti da misure cautelari personali sono sospesi dalla carica e la sospensione cessa nel caso in cui nei confronti dell’interessato venga meno l’efficacia della misura coercitiva, ovvero cessa di diritto decorsi diciotto mesi.
Inoltre, nel periodo di sospensione, ove non sia possibile la sostituzione ovvero fino a quando non sia convalidata la supplenza, i soggetti sospesi non sono computati al fine della verifica del numero legale, nè per la determinazione di qualsivoglia quorum o maggioranza qualificata.
Tanto premesso, la situazione determinatasi al Comune di Benevento con la recentissima operazione di polizia giudiziaria “Mani sulla Città”, credo sia il primissimo caso di applicazione del citato decreto, per cui il Prefetto Blasco sarà il primo a dover notificare i provvedimenti assunti dall’Autorità giudiziaria agli organi che hanno convalidato l’elezione o deliberato la nomina del Sindaco e dei Consiglieri coinvolti.
Tutto ciò significa che, al di là della giustezza o meno dei provvedimenti giudiziari (personalmente ho sempre giudicato “barbarico” il provvedimento di custodia cautelare in carcere, escluso il caso della flagranza di reato), l’attività del Consiglio comunale potrebbe continuare anche a ranghi ridotti.
Si pone però una questione politica di non poco conto, perchè ci si chiede, e giustamente, se l’Amministrazione in carica sia legittimata a proseguire la propria attività.
Tra le forze politiche, mi sembra che solo il PD, detentore di quello che Giancristiano Desiderio ha icasticamente definito “potere inutile”, voglia attendere gli sviluppi della vicenda; mentre, le altre, con più o meno vigore, chiedono le dimissioni e il conseguente ritorno alle urne.
Ma, siamo sicuri che le elezioni siano la migliore medicina per il Comune di Benevento? Allo stato attuale, infatti, ritengo che vi sia da risolvere prima una questione fondamentale: la situazione contabile del Comune.
Penso che solo un incosciente sarebbe oggi disposto a candidarsi, non solo a Sindaco, ma a semplice Consigliere, salvo che non abbia particolari interessi personali.
Ed è proprio in nome del fantomatico “bene comune”, da tutti richiamato e da nessuno applicato, che mi permetto di avanzare una proposta forse “indecente”: si nomini una Giunta di salute pubblica, cui siano chiamate a farne parte tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio, con un unico punto programmatico: accertare la situazione economico-finanziaria del Comune. Dopo di che si potranno enucleare seri e alternativi programmi di governo da sottoporre a noi cittadini per il voto.