Vittorio Sgarbi scende in campo a difesa di Umberto Del Basso De Caro. E lo fa con un intervento su Il Giornale dal titolo emblematico: “Per Travaglio persino il Papa é impresentabile”.
Secondo il noto critico d’arte il vicedirettore de il Fatto Quotidiano “da anni travaglia tra le procure con morbosa eccitazione, sempre dalla parte dell’accusa. Per lui Tortora, se non fosse morto, dovrebbe stare in carcere. L’accusa ha sempre ragione. Non parliamo dei condannati e neppure degli indagati, ma dei prosciolti, degli assolti. Così indica la sua lista di «Impresentabili»… Ma sommamente imperdonabile, più che impresentabile, è Umberto Del Basso De Caro, insistentemente esposto a irrisione e indignazione per le caratteristiche di «avvocato e craxiano di ferro». Non c’è pace per Del Basso De Caro, al quale si rimprovera l’attività parlamentare perfino attribuendogli di essersi ribellato a ciò che non è accaduto: «Arrestare Craxi e Martelli per la mazzettona da 8 miliardi di lire sul Conto Protezione?». Non sia mai, «sarebbe una vergogna». È una posizione non ammissibile. È una colpa grave, anche se la richiesta di arresto non è mai stata formulata dalla Procura di Milano e indirizzata al Parlamento. E così non è lecito criticare (come chiunque ha fatto) le manette a Enzo Carra, per cui Del Basso De Caro si permetteva addirittura di proporre la «riforma della custodia cautelare». Del Basso De Caro è colpevole di pensare, e di pensare diversamente da Travaglio, per il quale sarebbe «impresentabile» anche Papa Giovanni Paolo II, con le sue critiche alla situazione delle carceri”.
E subito dopo Sgarbi sferra l’affondo finale di carattere geografico: “D’altra parte Travaglio si preoccupa poco dei fatti, della libertà e delle opinioni altrui. E anche della geografia. Così, per accusare Del Basso De Caro, inventa anche luoghi inesistenti come «Guardia Supramonti», per una «memorabile cerimonia». Peccato che il paese si chiami Guardia Sanframondi, e sia conosciuto non per la cittadinanza onoraria al Caf ma per i riti settennali di Penitenza, che sono una delle più straordinarie manifestazioni della tradizione religiosa in Italia. Ma cosa importa a Travaglio? Non ci sono profili di interesse penale. Antropologia, cultura, religione. Il motto di Travaglio è: Ignoranza e pena”.