Pietro Di Lorenzo è un imprenditore di Limatola che ha sempre nutrito una forte passione per la politica. E’ stato sindaco, consigliere provinciale e, ultimamente, ha anche abbracciato la causa del Molisannio.
In occasione dell’ultima tornata elettorale si è proposto nuovamente per la carica di sindaco ma è stato nettamente bocciato dagli elettori, anche perché a contrastare il sindaco uscente erano ben due candidati. E nei piccoli centri, si sa, quando ci sono tre liste è quasi scontata la riconferma del sindaco uscente. Ma Di Lorenzo non è tipo da demordere e così negli ultimi mesi si è particolarmente distinto per la sua spasmodica attività di opposizione che, per certi versi, è paragonabile all’asfissiante marcatura di Gentile su Maradona in occasione del Mundial spagnolo del 1982.
Ma il sindaco di Limatola Mario Marotta e il suo assessore Giuseppe Alois non hanno la pazienza del Pibe de Oro, pur essendo dei campioni in termini di voti (basta vedere il recente exploit di Tabacci alle primarie che, se si rapporta il numero dei voti a quello dei partecipanti e dei residenti, è da guinness dei primati). E così sui muri dell’ex Svizzera del Sannio sono apparsi in questi giorni due manifesti particolarmente simpatici.
Il sindaco Marotta, rivolgendosi ai suoi carissimi concittadini, ha testualmente scritto: “E’ mio dovere verso di voi e mio diritto in qualità di sindaco di questa amministrazione, intervenire sulle capziose e strumentali comunicazioni che da giorni tappezzano le strade del nostro territorio, ordite dal rappresentante di Vivere Limatola ai danni dell’operato dell’intera amministrazione comunale, con l’unico obiettivo di incardinare nel vostro pensiero dubbi sul sofferto operato che questa amministrazione è costretta quotidianamente ad affrontare per garantire il normale funzionamento dell’ente, nonostante gli intervenuti tagli sui trasferimenti statali”. E fin qui nulla di strano, a parte lo stentato uso della lingua italiana. A destare un benevole sorriso è, però, il successivo passaggio: “Questa amministrazione non è mai caduta in basso come si vuol far credere, bensì ha volato alto al fine di garantire alla collettività comunale una vivibilità degna del vivere comune, senza mai fare politica distruttiva con l’uso di una dialettica subdola al fine di infangare chi vive la quotidianità con onestà morale ed intellettuale”. Insomma, una dialettica politica che ricorda da vicino i mitici film Don Camillo e Peppone degli anni ’50.
Più intimista, invece, il manifesto fatto affiggere dall’assessore Alois, che in premessa spiega: “In questo periodo dove insieme alla mia famiglia attraverso un brutto momento non posso permettere che un losco personaggio che forse vuole apparire sempre in primo piano come se stesse allestendo una brutta scenografia, infanghi la mia immagine”. La punteggiatura è riportata fedelmente, anche per il seguente passaggio: “La verità e che come sempre si dicono delle cose solo per offuscare l’operato del sottoscritto, visto l’impegno che metto e la mia disponibilità per le persone e (sic!…) massima e questo è quello che da (sic!…) fastidio a chi non è riuscito ad ottenere voti, perché dai anni non è mai stato propositivo”.
Ora, visto che il sindaco Marotta si avvale di uno staff personale di quattro persone, che per sua stessa ammissione costa all’ente circa 86.000,00 euro all’anno, non sarebbe forse il caso di individuare un consulente per la stesura dei manifesti?