Gli studenti che stanno occupando le scuole usano soprattutto due argomenti che sono altrettanti no: no ai “tagli” e no ai “privati”. Il rito delle occupazioni scolastiche, anche se fatto dai giovani, è vecchio e conformista. Dura da più di quarant’anni: con l’autunno si accorciano le giornate, cadono le foglie e si occupano le scuole. Quest’anno, però, dalla confusione può nascere qualcosa di buono se si mette in luce la stringente contraddizione che c’è in quei due “no”: come è possibile salvare la scuola se da un lato lo Stato non ha i soldi necessari per finanziarla e dall’altro studenti e professori rifiutano in maniera aprioristica, per non dire ideologica, il sostegno dei “privati”?
Le proteste sono iniziate quando il governo Monti, con la legge di stabilità, aveva portato le ore settimanali d’insegnamento da 18 a 24. Il provvedimento è stato ritirato, le proteste no. Ora si contesta il cosiddetto “ddl Aprea”. Che cos’è? E’ il disegno di legge che prende il nome dall’ex deputata Valentina Aprea e che prova a trasformare l’autonomia scolastica da concetto astratto in realtà concreta dando la possibilità alle scuole d’avere un proprio statuto, dei nuclei di autovalutazione interni e anche dei partner pubblici e privati per sostenersi economicamente. Dunque, nulla di straordinario dal momento che i “privati” non sono i lupi ma il mondo che c’è qua fuori, fatto da famiglie, associazioni, enti, comuni, imprese. E se il mondo finalmente dovesse interessarsi alla scuola, perché la scuola deve chiudersi come se fosse un “mondo a parte”?
La difesa della scuola pubblica statale è giusta, ma non si capisce perché debba essere fatta contro i privati e la scuola pubblica non-statale. Chi si pone come obiettivo la difesa della “scuola statale” mettendola in conflitto con i “privati” e la “scuola non-statale” combatte una battaglia con cui, lo sappia o no, contribuisce non a salvare ma ad affossare la scuola. La scuola non-statale garantisce non solo un minimo di pluralismo, ma fa sì che lo Stato possa risparmiare. Se si legge il libro La buona scuola per tutti – statale e paritaria(Laterza) si potranno conoscere un po’ di numeri utili. Ad esempio: lo Stato spende per ogni studente della scuola secondaria di secondo grado 8.108 euro all’anno, mentre la spesa per ciascun studente di scuola paritaria è di 51 euro. Gli alunni della scuola paritaria sono 1.245.346, ossia il 12,4 per cento della popolazione scolastica italiana. Ciò che lo Stato risparmia con l’esistenza delle scuole paritarie è 6.245 milioni di euro. In Italia le scuole private sono il 3 per cento. In Francia, dove esiste lo stesso sistema monopolistico, la scuola paritaria è ben oltre il 20 per cento.
La salvezza della scuola statale è, dunque, nella scuola paritaria e nell’autonomia concreta. La scuola statale è elefantiaca, anche perché soddisfa non solo esigenze scolastiche e formative ma anche bisogni assistenziali che nulla hanno a che fare con l’istruzione delle giovani generazioni. Sarebbe opportuno, oltre che intellettualmente onesto, che anche gli studenti si rendessero conto di questa situazione.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)
…mi sento proprio chiamata in causa…per ben 15 anni i miei figli frequentano scuole “Paritarie” per di più Religiose, nulla da invidiare a quelle “Pubbliche”piuttosto direi alquanto mal viste e mal giudicate.
Ora nello sfogliare tale pagina mi sento rallegrata ,anzi liberata da pregiudizi e che siano ben venute .Precisiamo che il futuro del paese (se ben preparato )sarà in mano a giovani istruiti nela giusta maniera..morale e civile,ciò che qualsiasi STATO democratico (in questo caso CATTOLICO) ambisce e spera di ottenere.!
Forse lo Stato ci guadagnerà pure con le paritariem purtroppo sono i cittadini a rischiare di veder affondare la scuola pubblica in favore di un sistema che favorisce chi può permettersi la scuole private. Tra l’altro, nella serie di articoli sul tema, l’autore sembra perdere di vista un fatto: le scuole private, in Italia, non sono illegali! Le stesse possono liberamente crearsi e le persone possono serenamente iscriversi ad esse, non è reato. Bisogna migliorare la scuola pubblica? Certo, ma non vedo però perchè “la salvezza della scuola pubblica” debba passare attraverso i finanziamenti alle scuole paritarie. Ribadisco: chi vuole può serenamente andare ad iscriversi alle paritarie, lo può fare! Tuttavia io, come cittadino, mi oppongo al fatto che parte delle nostre tasse finanzi le private anzichè le pubbliche. Riformare la scuola è un altro discorso .Questione di opinioni.
Ma cosa sta dicendo sig Desiderio, sta dando numeri? “… la spesa per ciascun studente di scuola paritaria è di 51 euro, contro gli 8.108 euro all’anno della scuola pubblica” Come sono bravi questi delle scuole private!!! Ma come può pensare una cosa simile? Eppure Lei a quanto pare sà leggere ed anche addirittura scrivere!! Non le viene spontanea la domanda: ma i propri docenti, e tutto il resto, la scuola privata come li paga? Con 51 euro all’anno per studente? Non dice che li paga con i soldi delle rette. Quindi “Ciò che lo Stato risparmia con l’esistenza delle scuole paritarie è 6.245 milioni di euro” Bene!! Potrebbe risparmiare molto ma molto di più se si istituissero, per piacer di alcuni, invitanti e profumatissime rette, anche per la scuola pubblica. Complimenti, Lei sì che conosce la Costituzione italiana. oppure vuole, da liberal qual’è, cambiare anche questo?
Lei dice: “La salvezza della scuola statale è, dunque, nella scuola paritaria e nell’autonomia concreta”
Questo, caro sig Desiderio, va bene forse negli USA, ma anche in altri stati europei, perchè no, punti di vista. Solo che negli USA, o anche in Germania, la gente ha ancora dignità e pudore. Il politico scoperto a rubare una sola mela, si dimette!!!!! In Italia, invece, diventa una zecca.
L’Italia è troppo giovane, non è pronta a questo.
Inoltre, caro sig Desiderio, Le volevo ricordarle che abbiamo esperienze di liberalizzazioni e/o privatizzazioni in Italia, insomma quelle cose “liberal” che a Lei, ma non solo a Lei, a quanto pare piacciono tanto: le gloriose FFSS ha visto come si sono ridotte? E le Poste Italiane? Non funzionavano prima, e funzionano peggio adesso. Se sei un cliente hai accesso facilitato, Bancoposta, vuoi mettere? Altrimenti fila da 35 minuti. E tanto per rimanere in attualità, dell’affare ITALSIDER – ILVA, cosa ne pensa? Altro che!! Tutti regali e scambi di favori tra baroni, vassalli e valvassori. Caimani pronti a spolpare la preda sino all’osso.
Pensare ad una scuola secondo la sua idea, in Italia, mi vengono i brividi!