Lo storico Livio dice chiaramente che gli Irpini erano uno dei popoli del Sannio, democratici, allergici alla monarchia e amanti di governi di “tipo federale”.
Come ricorda E. T. Salmon ne “Il Sannio e i Sanniti” (Einaudi), “abitavano la parte più meridionale del Sannio, nella zona comprendente la vallata dell’Ofanto, del Calore e del Sabbato. Le loro principali città erano Abellinum, Aeclanum, Beneventum (o meglio, nel periodo in cui appartenne loro, Malventum)”, che nel 268 a.C., dopo le guerre sannitiche e la fine della guerra tarantina, si trasformò nella colonia latina col nuovo nome beneagurante (Beneventum).
Elio Galasso, con riferimento alla grandiosa mostra archeologica “L’Italia dei Sanniti”, allestita a Roma nell’anno 2000, affermava coraggiosamente e volutamente su un giornale sportivo, Sannio Sport: “Benevento era una città dei Sanniti Irpini: Benevento ed Avellino, insomma, erano abitate da un’unica gente.”
Abbiamo scomodato la storia e gli storici per guardare senza pregiudizi nell’Album di famiglia e riscoprire le nostre vere e dimenticate radici.
Allora tra Irpini e Pentri (…il Molisannio!) e ora tra Avellinesi e Beneventani, Roma ha sempre operato per approfondire fratture interne.
Ma come sottolinea Salmon: “La coscienza nazionale del Sanniti era tuttavia molto forte, e i Romani non riuscirono mai a frazionarli completamente. Quando si profilava la minaccia di un pericolo esterno o la possibilità di intraprendere un’impresa in comune a vantaggio di tutti, i Sanniti dimenticavano le loro discordie interne per fronteggiare uniti il mondo esterno.”
Ed infatti nel I secolo, allo scoppio della guerra sociale, gli Irpini non esitarono a schierarsi al fianco dei Pentri contro Roma!
Oggi, che si profila il famoso riordino/accorpamento delle due province, occorre sfuggire alle “forche romane” della lotta separata.
Per far questo, non occorre gareggiare politicamente per sconfiggersi all’interno, ma trovare stimoli nuovi e solidali per vivere una nuova storia in comune.
ALBA (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente) invita le più costruttive delle forze in campo a trovare soluzioni condivise e partecipate intorno a un “tavolo federativo” permanente, per fronteggiare uniti l’impresa comune a vantaggio reciproco.
* Coordinatore del Nodo sannita di ALBA