Lunedì 26 novembre, alle ore 18,00, nel consueto incontro mensile della Libera Scuola di Filosofia del Sannio, coorganizzato dal Convitto Nazionale “P. Giannone”, che lo ospita nella “Saletta Dante”, a Piazza Roma, si terrà il secondo seminario dedicato ad Ernesto De Martino e, in particolare, a La terra del rimorso, a cura del prof. Amerigo Ciervo.
Se nell’incontro di ottobre si è illustrato il contesto storico-culturale in cui l’opera uscì, lunedì si leggeranno e commenteranno ampi passi di una delle opere più innovative dell’antropologia novecentesca, sottolineandone gli aspetti “filosofici”.
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«Allievo di Adolfo Omodeo all’Università di Napoli, poi crociano inquieto, marxista irregolare e intellettuale costantemente impegnato a coniugare attività scientifica e passione civile, de Martino fu autore di opere come Il mondo magico, Morte e pianto rituale, Sud e magia, considerate ormai dei classici della tradizione antropologica italiana. Nell’estate del 1959, nel corso dell’inchiesta sul tarantismo, sperimentò proprio nel Salento un raffinato e innovativo metodo di indagine multidisciplinare dei fenomeni culturali. Un’esperienza fondativa per l’antropologia italiana, dalla quale scaturì poi, due anni più tardi, La terra del rimorso, un libro di culto […]». De Martino, come ha scritto Torsello, non fu solo etnologo, ma anche profondo analista della crisi del nostro tempo, il “signore del limite”, in costante dialogo con le più avanzate correnti culturali del suo tempo».