(Sanniopress) – Caro Billy, consentimi una precisazione rispetto a quanto scritto su Sanniopress da Gabriele Corona, arguto e attento osservatore nonchè depositario di ogni scienza e verità assoluta, che alla fine del suo “pamphlet” infligge l’ennesima stoccata a persone, personaggi e associazioni.
L’unico paladino e difensore dei beni comuni e del territorio commette, infatti, qualche errore (succede anche ai grandi); evidentemente l’acrimonia che nutre nei confronti di chi agisce contro il suo volere e/o senza la sua benedizione, gli impedisce di avere quel giusto spirito critico e di acquisire informazioni dirette.
Se Gabriele Corona, ad esempio, avesse partecipato all’interessante presentazione del libro di Pietro Dommarco “Trivelle d’Italia“ (nell’ambito della rassegna “Cantieri di legalita” da te curata) avrebbe ascoltato quel che il sottoscritto ebbe a dire sul progetto della centrale idroelettrica alla presenza dell’assessore Aceto.
Vorrei ricordare a Corona che anche nei mesi precedenti sollevai la questione circa l’opportunità di realizzare la centrale idroelettrica a Campolattaro, ponendo una serie di interrogativi e perplessità su un‘opera particolarmente impattante in un territorio già soggetto a molteplici rischi.
Evidentemente queste cose sono sfuggite a Corona, come gli è sfuggita un’altra problematica, ossia la realizzazione del TAC (treno alta capacità): non ho, infatti, letto opinioni su quest’opera che sicuramente avrà un impatto molto forte sul nostro territorio.
Corona, invece, preferisce i toni polemici a distanza senza invece confrontarsi pubblicamente (e la presentazione del libro di Dommarco poteva essere un’ottima occasione per farlo).
Corona, infine, rimarca e sottolinea che il “Comitato No Luminosa”, che prima era solo dei Basile, ora sarebbe diventato anche mio: ebbene, vorrei chiarire che non era e non è mai stato dei fratelli Basile, nè tantomeno è diventato anche mio, visto che sono diversi mesi che non ne faccio più parte.
Purtroppo constato, mio malgrado, che in questa nostra realtà è più facile distruggere che costruire, prevalgono personalismi, protagonismi e interessi di parte. Non ci si adopera per compattare le varie anime e sensibilità, almeno sulle grandi questioni, ma ogni occasione è buona per distruggere anche quel poco che si riesce a costruire.
Non mi meraviglia, quindi, che il nostro territorio sia divenuto terra di conquista e il suo destino sia ormai tristemente segnato.
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Caro Vincenzo, confermo che nel tuo intervento in occasione della presentazione del libro “Trivelle d’Italia” bocciasti senza mezzi termini l’ipotesi di costruzione della centrale di Campolattaro. (b.n.)