(Sanniopress) – Io sto con i poliziotti. Perché i poliziotti – agenti, carabinieri, forze dell’ordine in generale – sono attaccati da tutti spesso e volentieri e non sono difesi da nessuno, se non di malavoglia e senza convinzione. Io sto con i poliziotti perché lo stesso Stato – leggi: governi che si susseguono – quando è in difficoltà fa ricadere le responsabilità su questo o quell’agente usandolo a mo’ di capro espiatorio. Io sto con i poliziotti che difendono a proprio rischio e pericolo l’ordine pacifico delle cose che solo ci permette di usare pubblicamente la ragionevolezza per la convivenza civile e la soluzione (parziale) dei tanti problemi sociali. Io sto con i poliziotti perché sono le prime vittime dell’estremismo violento, organizzato e stupido che partecipa alle manifestazioni con l’ormai noto obiettivo della guerriglia urbana. Io sto con i poliziotti che, spesso, per quattro soldi e una bandiera, ci hanno rimesso la vita.
Le manifestazioni di piazza del 14 novembre hanno ripetuto il copione che tante volte è andato in scena in questi anni: ai manifestanti benintenzionati, pacifici e desiderosi di manifestare il loro dissenso, si sono aggregati e aggiunti gruppi organizzati, di varia estrazione pseudo-politica e culturale, che sono stati la causa delle violenze, della difficoltà del controllo e della sicurezza degli stessi manifestanti, e degli scontri con le forze dell’ordine. E’ interesse dei manifestanti benintenzionati e pacifici distinguere e separare con nettezza, senza ombre ed ipocrisie, le proprie motivazioni e le proprie manifestazioni dai gruppi violenti e organizzati ai fini della violenza, altrimenti le ragioni del dissenso saranno sempre macchiate e vinte dall’arbitrio dell’estremismo. L’idea di usare chi usa la violenza per far esplodere le contraddizioni del sistema è una tiritera ideologica vecchia e stantia, figlia della peggiore interpretazione del marxismo e dei suoi cascami sconfitti dalla Storia e ben prima confutati dal serio pensiero filosofico e politico. Uscire da queste ambiguità e da questi equivoci dovrebbe essere – è – interesse dei manifestanti, ai quali si aggregano anche gli studenti forti e al contempo deboli per la loro verde età, perché nel disordine mentale e pratico che si crea chi avrà alla peggio sarà comunque lo spirito della manifestazione del dissenso. Il massimalismo, al contrario di quanto si immagini, non è mai l’alba ma la tomba della sinistra e del “mondo migliore”.
Quando le manifestazioni degenerano negli scontri, il giorno dopo si tira in ballo Pasolini che tra i figli di papà, annoiati e arrabbiati per la noia e il troppo benessere, e i poliziotti non esitò a schierarsi con i poliziotti nei quali riconobbe non solo i veri proletari ma anche le vere vittime dei fatti. Ma con le citazioni di Pasolini, usato un po’ da tutti, le idee invece di schiarirsi si confondono ancora di più. Meglio mettere da parte le citazioni dotte e le bandiere culturali e stare ai fatti che qui sono soprattutto due. Primo: i poliziotti non sono nemici di nessuno e nell’ambito delle garanzie dello Stato di diritto svolgono un ruolo necessario in difesa della sicurezza e della libertà degli stessi manifestanti. Secondo: alle manifestazioni non si va con bastoni, mazze, catene, scudi, passamontagna, caschi, gruppi organizzati militarmente per scatenare la guerriglia urbana. Se questi due precisi e particolari fatti venissero assunti con convinzione e difesi e fatti rispettare tanto da chi manifesta quanto da chi giudica, commenta, racconta e invoglia a esprimere il dissenso, le manifestazioni avrebbero ben altro valore e maggiore efficacia e conseguentemente anche eventuali degenerazioni, violenze o abusi verrebbero meglio visti e chiariti. Per raggiungere questo obiettivo, chi organizza le manifestazioni di piazza deve prima di tutto manifestare con chiarezza la sua volontà di non volere ed escludere dai cortei i gruppi violenti ed organizzati ai fini della guerriglia.
Io sto con i poliziotti che in situazioni difficili svolgono un lavoro difficile per garantire a tutti quella fragile e insicura sicurezza che il giorno dopo i malintenzionati del giorno prima additeranno come colpa e reato degli agenti e causa dei disordini di piazza. Un mondo capovolto che va sconfitto prima di tutto nelle coscienze dei più giovani che sono i più esposti alle lusinghe delle illusioni ideologiche che offrono il male come se fosse il bene.