(Sanniopress) – Non c’è limite al peggio. Ma in questo caso non so decidermi: peggiori i beneventani o gli avellinesi? Questa volta un articolo contro i lupi irpini che sono scesi in strada per contestare il decreto che nella nuova Provincia del Sannio e dell’Irpinia riconosce a Benevento lo status di capoluogo sarebbe giusto. In fondo, i beneventani è da un anno e più che discutono della fine della ormai ex Provincia di Benevento ma lo hanno fatto sempre con compostezza o, forse, e più realisticamente, con indifferenza. Credo, però, che fare un pezzo “contro” servirebbe solo a confondere ancora di più sentimenti e idee e ad alimentare insensate tifoserie. Il problema mi sembra un altro. Questo: né Avellino né Benevento meritano di essere capoluogo di alcunché. Un giornalista avellinese mi ha scritto dicendomi: “Visto che non riusciranno a mettersi d’accordo, la soluzione migliore sarebbe quella di eleggere Montefusco capoluogo perché è esattamente a metà strada tra Benevento e Avellino”. Mi sembra davvero la soluzione salomonicamente più saggia e giusta.
Si lascino le cose così come stanno. La giunta e la presidenza ad Avellino. Il consiglio lo si divida a metà: la parte avellinese ad Avellino e quella beneventana a Benevento. Gli uffici restino lì dove sono. Ciò che deve essere soppresso si sopprima e ciò che rimane ognun per sé. Dividiamoci le forze armate, il genio civile, a Benevento rimanga la sua Università del Sannio e ad Avellino continuino a farne a meno come hanno fatto finora. Insomma, lasciamo le cose inalterate come son ora e il titolo di capoluogo, proprio come se fosse – quale in sostanza è – un pezzo di carta o un diploma diamolo a Montefusco che così potrà dire, pur non avendo uffici giunta consiglio e tutte le inutilità di pari grado, che Avellino e Benevento sono provincia di Montefusco.
Nel momento in cui ci si dovrebbe un po’ sollevare da terra e provare, almeno provare a partorire qualcosa di più grande e duraturo che possa essere un’occasione di sviluppo e crescita, ecco che avellinesi e beneventani affogano nel lavandino di casa. Giuseppe De Mita, vicepresidente della giunta regionale, si comporta come se fosse il consigliere di Avellino e partorisce pensieri piccoli piccoli ma lo fa dandosi arie da statista. Mettere insieme nella stessa amministrazione territoriale le ex provincie di Avellino e di Benevento significa quasi configurare l’area geografica e politica del Sannio, ma c’è chi pensa come presentare questo o quell’emendamento per non permettere a Benevento di essere capoluogo. La politica nostrana, compresa la retorica sulla società civile, ha una concezione feticista dello Stato. Allora si capisce perché nel 1860, nel 1924, nel 1946 non si è riusciti a creare la Regione Sannio con Benevento, Avellino e Campobasso. Allora si capisce perché per illudersi di avere crescita si è dovuto puntare sul disastro materiale e vitale del terremoto del 1980 e sul dramma politico e morale del post-terremoto. Allora si capisce perché in Campania queste siano, come le viscere, aree interne. Allora si capisce perché le “aree interne” siano destinate ad svolgere la funzione di discarica del Napoletano. Dunque, vada per Montefusco capoluogo.
Gentile Dotto.Desiderio,
le faccio i complimenti per l’articolo e l’intuizione.
Devo dire che mi ha preceduto, perché ero in procinto di proporre l’idea/provocazione commentando su qualche quotidiano di AV o BN. In effetti Montefusco ha tutti i “titoli” per poter ritornare ad essere, dopo oltre due secoli, “capitale della provincia Irpinia-Sannio”. Ovviamente solo “ad honorem”. E credo che una soluzione del genere possa incontrare non pochi favori . In caso contrario basterebbe passeggiare per le strade del paese e godere di un panorama che incredibilmente “domina” tutta l’Irpinia e il Sannio.
Cordialmente,
Mario Pagnotta
Una riflessione: ad Avellino hanno effettuato una protesta in strada con 1500 persone. Se fosse accaduto a Benevento alla eventuale manifestazione avrebbero preso parte i soliti 4 gatti. Sembriamo un popolo di eterni dormiglioni. D’altronde la migliore rappresentazione dello spirito titanico-rivoluzionario del beneventano medio è dato dall’espressione “No! Ja!”, che significa “No! Dai!”.
Propongo di cedere il capoluogo ad Avellino dietro versamento ad ogni sannita di una cifra risarcitoria pagata dai provincial-nazionalisti irpini. Facciamo venti-trentamila euri ad ogni sannita, così il loro onore sarebbe salvo, le nostre tasche pure.
Mario Fragnito