(Sanniopress) – La chiesa di San Domenico è una delle più belle e più antiche di Benevento. Pare che sia stata fondata nel XII secolo da Roffredo Epifanio, principe longobardo e giurista. Era dedicata a alla Vergine, San Domenico, Santa Maria Maddalena e San Paolo.
Sorge in piazza Guerrazzi, sul retro della Biblioteca Provinciale, cui è praticamente attaccata, ed era annessa al Convento di San Domenico, oggi sede dell’Università del Sannio (a partire dagli anni Ottanta).
La facciata barocca di cui era dotata è stata sostituita con una in stile classicheggiante, in linea con quello del Convento, che nel 1878 era nel frattempo divenuto Palazzo di Giustizia.
La chiesa ha ospitato nei secoli vari ordini religiosi, sia maschili che femminili. Distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688, fu interamente ricostruita dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, il futuro papa Benedetto XIII, che la riprì al culto il 15 aprile 1708. Fu restaurata dal rettore di Benevento, il sacerdote Vincenzo Velardi, e ribenedetta dal cardinale arcivescovo Alessio Ascalesi il 2 marzo 1923. In seguito è stata restaurata dopo i bombardamenti del ’43 e dopo il terremoto dell’Ottanta. Dotata di pianta a croce latina, è adornata di marmi e stucchi ed arricchita, sul secondo altare a destra, da una Pala di San Vincenzo di Donato Piperno (XVI secolo), nonché da una statua di Gesù Risorto di Gennaro Cerasuolo (XVIII secolo). Nel braccio sinistro della crociera si trovano due monumenti funebri ottocenteschi: del generale napoleonico Charles Antoine Manhès e di Carolina Manhès, rispettivamente opere di Raffaele Beliazzi e di Giuseppe Vaccà.
Della chiesa si sono occupati gli storici Salvatore De Lucia e Mario Rotili.
E’ aperta al culto solo la domenica, con messa alle ore 9.00
foto di Lucia Gangale