(Sanniopress) – In questi giorni, come ricorda Laura De Figlio su Il Quaderno (http://www.ilquaderno.it/un-anno-senza-universo-teatro-solot-non-risorse-finanziarie-77957.html), avrebbe dovuto svolgersi la sesta edizione del festival “Universo Teatro”.
Il programma era pronto ma la Regione Campania non ha aperto il bando per accedere ai finanziamenti, gli sponsor privati si sono eclissati e l’assessore alla Cultura, Raffaele Del Vecchio, è stato costretto ad alzare momentaneamente bandiera bianca. Nei prossimi mesi si vedrà. Conseguentemente, non si sono visti i tanti studenti stranieri che affollavano le strade cittadine, portando una ventata di vivacità e colore, né ci sono stati gli straordinari ospiti che ogni anno la rassegna, diretta dal maestro Ugo Gregoretti e magistralmente organizzata dalla Solot, ha saputo via via proporre.
Ma dalle dichiarazioni rilasciate da Tonino Intorcia (anima della rassegna assieme a Michelangelo Fetto) emerge anche un altro aspetto, ancora più amaro e drammatico: le difficoltà (si tratta di un eufemismo…) in cui versano gli operatori culturali sanniti.
I tagli agli stanziamenti pubblici (al di là delle discusse modalità di distribuzione del passato) e la mancanza di un vivace tessuto economico hanno determinato un crisi profonda.
E’ saltata la stagione del Teatro Pubblico Campano e ci siamo lasciati alle spalle un’edizione di “Benevento Città Spettacolo” che certamente non lascerà il segno. Di “Colori Sonori” e della Stagione Lirica al Teatro Romano si sono perse ormai le tracce e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Dietro l’angolo, inoltre, c’è anche il rischio di perdere l’attuale identità territoriale in conseguenza dell’abolizione della provincia di Benevento e delle possibili, conseguenti suggestioni “secessionistiche”.
Insomma, si potrebbe tranquillamente intitolare questa riflessione: “In morte della cultura sannita”.