(Corriere dello Sport) – Carmelo Imbriani, lunedì sera il suo Benevento avrebbe voluto regalarle una notte da primato a Gubbio. Come ha vissuto la gara davanti alla tv? «Dispiace, avevo incontrato i ragazzi alla vigilia della trasferta, so che soffrono tanto per la mia situazione, per la mia assenza, ogni volta vorrebbero dimostrarmi sempre qualcosa in più. Speriamo che le notturne in diretta tv siano finite, ora guardiamo avanti, dobbiamo ripartire tutti insieme. E’ una squadra costruita per vincere, il Benevento, dopo tre sconfitte arrivano i primi malumori ma bisogna compattarsi. Siamo a -3 dalla vetta, però il margine di errore s’è ridotto».
E’ un Benevento che le assomiglia?
«Sì, siamo nati per lottare, io e la squadra. Vivo un momento difficile, sto scoprendo dei nuovi lati della vita, con un passo alla volta vorrei tornare a lavorare sul campo. Ho fiducia in questa squadra, i giocatori sono stati scelti uno per uno con l’obiettivo di andare in B. Serve solo continuità».
E’ alla sua prima stagione “intera” da allenatore, ma è lontano dalla squadra dalla fine del ritiro estivo. Cosa ha provato in questi tre mesi?
«Ho iniziato a star male, ho resistito a lungo, non volevo lasciare la squadra. Poi ho scoperto di avere qualcosa di più grave, un linfoma, e ho dovuto staccarmi dal Benevento. All’inizio ho vissuto un incubo, mi ero anche isolato, non rispondevo a nessuno. Ma sono stato sommerso dall’affetto di tutti: il presidente Vigorito, la società, i giocatori, i tifosi, tanti amici nel mondo del calcio che si sono dimostrati amici veri, non solo ex compagni di squadra. A tutti dico grazie, il loro sostegno è stato fondamentale. Ho la mia famiglia vicino: mia moglie, mia figlia, il mio secondo bambino che nascerà tra pochi giorni. E tra tutti gli ex compagni di squadra, ricordo Pino Taglialatela: ha anche scritto una lettera aperta ai tifosi del Napoli».
Ci sono allenatori che guidano la squadra dalla tribuna, lei da… casa. Ci racconta il suo rapporto con Martinez?
«Intanto sfrutto questo tempo a disposizione per aggiornarmi e studiare le avversarie. Con Martinez ci sentiamo due-tre volte al giorno, lavoriamo insieme da tre anni, c’è un feeling speciale. So che avverte la mia assenza durante la settimana, perché io ho un rapporto molto diretto con i giocatori, è il mio approccio da allenatore. Ci sentiamo, ci confrontiamo, ma è chiaro che manca il contatto continuo con il gruppo».
Aggancio sfumato, Frosinone e Latina in testa. Come reagirà il Benevento?
«Con carattere, è il momento di reagire, bisogna tornare a vincere subito e mettere insieme un po’ di risultati di fila».
Con l’Andria è già un esame, allora.
«Sì e spero di poter fare una sorpresa alla squadra: vorrei essere in tribuna per la prima volta, per salutare i tifosi ed essere più vicino alla squadra».
Ha una partita cerchiata sul calendario per il ritorno in panchina?
«Tra un paio di mesi dovrei avere l’ok per andare in panchina, non mi piace fare programmi però… Il 16 dicembre c’è Benevento-Pisa, una bella sfida: non sarebbe male ricominciare così».
Ettore Intorcia