(Sanniopress) – Per anni hanno inseguito un’illusione: la scuola di magistratura. Da mesi ne inseguono un’altra: evitare la (giusta) fine della Provincia. Nel frattempo, mentre inseguono le illusioni, le cose reali vanno via. La perdita maggiore per Benevento è senz’altro quella della scuola per carabinieri alla quale ora si aggiungerà la scuola per vicebrigadieri in partenza per Campobasso. Lì hanno ristrutturato una vecchia caserma, qui hanno rimesso in forze la caserma Guidoni. Risultato: lì andranno i carabinieri per frequentare la scuola di formazione e perfezionamento e a Benevento non verrà alcuna scuola di magistratura. Colpa della malasorte? Colpa di una classe dirigente che invece di curare e valorizzare ciò che ha, insegue progetti inutili che nulla hanno a che fare con il buongoverno locale. I carabinieri e la loro scuola sono stati sempre di casa a Benevento. Ci voleva una classe politica trasformatasi in casta politica locale per fare di Benevento una città che non è più per carabinieri.
Gli allievi della scuola per carabinieri hanno dato per decenni alla città un profilo nazionale. Benevento per sua storia e natura è una cittadina chiusa. Quei giovani con le loro divise e con un idioma regionale diverso le hanno dato un che in più di italiano. Proprio questa provincia che è nata prima e per l’unità d’Italia avrebbe dovuto conservare il senso di questa doppia conquista e curare con particolare attenzione la presenza sul viale degli Atlantici di una scuola per carabinieri che di per sé è simbolo di unità nazionale. Invece, mentre si rivendica, anche con una ingiustificata dose di improntitudine, l’esistenza in vita della Provincia, si lascia a se stessa la scuola degli allievi carabinieri. Accade quando la difesa delle istituzioni è solo la difesa del guscio delle istituzioni – gli assessorati, gli uffici, le partecipate – ma non delle funzioni da cui dipende il reale (irreale) governo del territorio.
Stiamo vivendo un tempo che con i suoi problemi di sistema ci rivela la inadeguatezza della classe politica. Più di un anno fa, quando la questione dell’abolizione delle Province ancora non era emerso con nettezza, feci notare che la proposta di Caldoro – uniamo Benevento e Avellino nella Provincia irpino-sannita – era da prendere sul serio come un’occasione importante di crescita tanto per Benevento quanto per Avellino. Oggi, purtroppo, il presidente della Regione Campania sembra aver cambiato idea, anche se non è venuto a Benevento a dirlo a viva voce nel folkloristico consiglio regionale a Villa dei Papi. Il problema, però, resta perché il governo tira dritto per la strada tracciata e già votata. Così mentre l’Italia va avanti, Benevento va indietro e la sua casta politica locale discutendo della realtà di ieri lascia di fatto il Sannio senza rappresentanza. Il Sannio è nudo e indifeso proprio mentre tutti ne parlano dicendo di difenderlo. E’ un’ironia della storia che si diverte a mostrare come siano false e illusorie le parole di chi le pronuncia senza crederci. Anche i carabinieri, che fanno della fedeltà la loro missione, l’hanno capito e hanno preferito Campobasso a Benevento.