(Sanniopress) – La parola Molisannio, oltre a far vomitare i tori, è uno di quei termini – con molta meno nobiltà – come ippogrifo o ircocervo che indicano non l’esistente ma l’inesistente. Il tema, com’è noto, non ci appassiona, se non nei suoi aspetti negativi e degenerativi che sono peraltro gli unici: non il progresso ma il regresso, non il bilancio ma lo sperpero, non la serietà ma la cialtroneria. Tutti quelli che tengono a cuore (con alcune eccezioni, si capisce) il destino della Provincia o, come dicono con enfasi che fa vomitare non solo i tori ma anche le vacche, la salvezza del Sannio tengono solo alla saccoccia e alla mangiatoia che fino ad ora è stata bassa e ora vedono alzarsi e allontanarsi. I difensori della Provincia sono i mangiatori del Sannio: razza di forchettoni con ramificazioni in ogni partito e famiglia che mangiano a quattro ganasce. Prendete il caso di Gian Vito Bello: non si è fatto ancora in tempo a farlo fuori che già le iene del Pd son pronte a sbranarsi ciò che resta dell’assessorato. La risposta giusta al decreto del governo, ora convertito in legge dal Parlamento, che ha deciso il “riordino” delle Province e comunque il loro dimezzamento, sarebbe stata quella di riordinare, tagliare, ridefinire e insomma, proprio a partire dalla giunta, dar corpo e anima a un altro ente con funzioni direttive e non governative. Invece, come se nulla fosse, nel Pd già si scannano per fottersi il posto Bello. Il Pd, che da ormai tre lustri è a Benevento il partito del potere, si conferma un partito potente per sé e impotente per il Sannio, per tutti voi.
In questi anni ne sono passate di cazzate sotto i ponti del Sabato e del Calore: satelliti, musei, società, assunzioni, corsi, finanziamenti. La “revisione della spesa” – che è presentata come la cosa più anormale e ingiusta di questo mondo ed è la cosa più normale e giusta che ogni buon padre di famiglia che non vuole mandare a puttane la propria famiglia pratica a casa sua – viene a tagliare anche queste cose che sono state per molto tempo i privilegi da una parte di politici la cui filosofia è campa cavallo che l’erba cresce e dall’altra di clienti (alias società civile) che hanno scoperto che è tanto bello campare a spese del cavallo dell’erario. Ma il cavallo, come nella classica scena di Totò e Carlo Croccolo, non ha più né erba né acqua e per dargli qualcosa da bere e mangiare dobbiamo tagliare sprechi e privilegi che sono l’unica cosa in abbondanza. I mangiatori del Sannio, sempre pronti a sposare ogni tipo di retorica quando hanno la bocca piena, ora che capiscono che c’è chi li vuole tenere a stecchetto, se ne sbattono del cavallo e dicono che è necessario difendere Calidone, il cinghialone sannita che loro stessi hanno infilzato, rosolato e spolpato alla maniera del famoso e reclamizzato e fasullo galletto amburghese. Meriterebbero loro stessi di esser passati sotto il profumo del rosmarino.
Un anno fa, quando ancora tutti avevano gli occhi “ridenti e fuggitivi” e la pancia adusata a farsi capanna, proposi il tema del Sannio. Avvertii che il tempo della Provincia di Benevento e delle sorelle province irpine e molisane era ormai scaduto e invitai a prendere seriamente in considerazione la prospettiva della Regione Sannio. Calidone – giustamente – mi chiamò e mi disse: “Oh coglione, ma che ti sei messo in testa: non vedi che questi non vedono al di là del loro naso e non nutrono un ideale che non sia inguinale”. Perciò oggi non partecipo a questa volgare commedia in cui si vuole far passare per ideali i propri porci comodi e per ingiusta una legge che fatta si vuole ingannare. Pare che Nicola Formichella sia stato l’unico a votare sì al provvedimento e per tale delitto è stato indicato alla pubblica indignazione sannita. Quando lo incontrerò, se ne avrò modo, gli stringerò la mano: lui che è collaboratore di Marcello Dell’Ultri, il senatore sempre accusato e sospettato di essere amico degli amici mafiosi, ha votato con spirito nazionale mentre chi s’indigna e invoca il fasullo onore sannita contro lo Stato arrogante e illegale sembra vestire i panni antipatriottici dei mafiosi, ché è solo l’ennesima arlecchinata di chi è servitore di due padroni.
Seguo assiduamente e con interesse i Suoi editoriali e, per quanto possa valere la mia opinione, li apprezzo molto perchè qualitativamente elevati. Naturalmente, non sempre concordo nei contenuti, ma ciò rientra nella normalità.
Questo dell’11 agosto, invece, sempre secondo il mio opinabilissimo metro di giudizio, mi ha colpito per la estrema superficialità. Anzi, come lettore, mi sono sentito quasi offeso perchè giammai un pezzo del genere sarebbe stato pubblicato su Liberal o sul Corriere del mezzogiorno, segnalandosi questi ultimi per lo stile del testo e la cura dei contenuti.
Reale nei contenuti, vero il sistema della mangiatoia. Fortunatamente noi siamo solo un Movimento che lottiamo per la Regione Sannio. Peccato che stanno facendo vomitare anche noi. Complimenti.