di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Per far prendere al mondo un giorno di vacanza dall’ossessione della crisi dell’euro ci volevano i marziani come Bolt, Jessica Rossi, Niccolò Campriani e Curiosity. Il suv spaziale americano ha la velocità del giamaicano e la precisione dei nostri tiratori scelti: il risultato è un “miracolo tecnologico”, come lo ha definito Barack Obama, che meraviglia il mondo ancor di più della cosiddetta “particella di Dio”. Ora Curiosity è su Marte, su una distesa di terra – scusate, ma non ho un’altra parola pronta per l’uso extra-terrestre -, là dove una tempo c’era un lago. Davanti ai suoi occhi metallici e di microfibra c’è una montagna: lì si spingerà la curiosità della “macchina umana” sbarcata sul Pianeta Rosso. Ma solo dopo che Curiosity avrà tutto sotto controllo in sé e per sé e, in pratica, dopo che avrà fatto anche lui i “compiti a casa”. La missione – vedere cosa c’è da quelle parti, metano incluso – è troppo importante per buttarla al vento per un banale imprevisto.
I marziani sono gli uomini. I filosofi, da Epicuro a Bruno, hanno sempre affermato l’esistenza di infiniti mondi e quindi di altri esseri simili a noi che, chissà perché, ci immaginiamo sempre sotto forma di esseri verdastri un po’ schifosetti. Ma quel fuoristrada spaziale che è parcheggiato su Marte ci dimostra che gli extra siamo noi che con le nostre appendici e prolunghe tecnologiche siamo in grado di continuare la storia di uomini anche al di là della Terra. Forse, come ricorda così bene Hannah Arendt in quel gran libro che è Vita activa, la vita umana come ci è nota è legata per sempre al nostro vecchio caro Pianeta Terra. Tuttavia, gli sbarchi lunari e marziani e le notizie che ne ricaviamo ci autorizzano a parlare di una particolare “storia universale” alla quale forse né Voltaire, né Hegel avevano mai pensato. Nel recente passato è stato anche il capitolo spaziale a decretare la supremazia americana sul gigante sovietico. Oggi gli Stati Uniti confermano il loro primato e lo stesso presidente Obama ha avuto parole di comprensibile orgoglio nazionale, come se gli Stati Uniti fossero la parte più avanzata dell’umanità, quella in grado di toccare il cielo con un dito. Tanta avventura e forza tecnologica la si saprà mettere al servizio degli uomini, come vuole la più antica e classica etica che l’uomo si è inventato per stare al mondo da uomo? Mi viene in mente il film della Disney Pixar: Wall-e. Siamo lontani nel futuro e la Terra è stata abbandonata dagli uomini. È rimasto solo un piccolo robot di nome Wall-e che lavora per tenere pulita la strada. Un giorno Wall-e incontra Eve che è un robot femmina inviato sulla Terra dagli uomini in esilio per fare una ricognizione nella speranza di far tornare gli umani a casa. Wall-e si innamora di Eve e il ritorno degli uomini sulla Terra non sarà facilissimo. È solo fantascienza, ma lo sbarco di Curiosity su Marte sembra già appartenere a questa post-storia piuttosto che alla storia classica della Terra.
(tratto da Liberalquotidiano.it)