(Sanniopress) – “Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna” scrisse Ugo Foscolo nei Sepolcri. Don Nicola Vigliotti di affetti ne lascia tanti, soprattutto tra i membri della grande famiglia degli ex alunni del liceo classico Luigi Sodo di Cerreto Sannita che mai potranno dimenticare i suoi insegnamenti.
Ero giovinetto quando approdai tra le mura di quella sorta di monumento alla cultura. Ero timoroso perché per me, fervente militante comunista, quel luogo rappresentava il simbolo di quanto contestavo con istintiva virulenza. Ma l’alternativa era recarsi al liceo classico Pietro Giannone di Benevento, con conseguenti levatacce mattutine. E così prevalse la scelta più comoda.
Don Nicola mi accolse con amore e fu persino indulgente, perdonando benevolmente le mie irruenze giovanili. Soprattutto mi difese in svariate occasioni, essendo inviso all’ortodossia cattolica che regnava incontrastata in quel liceo parificato, ultimo baluardo di un’epoca ormai al crepuscolo.
Mi trasmise dei valori che allora contestavo ma che successivamente scoprii avrebbero definitivamente contrassegnato la mia esistenza.
“Guardati attorno senza avere i paraocchi” mi diceva spesso, aggiungendo: “Il comunismo è una chiesa al pari di quella cattolica”. Più che come docente di italiano lo ricordo, quindi, soprattutto come maestro di vita.
Quando in occasione dell’esame di Stato il presidente di commissione mi chiese un giudizio su Gabriele D’Annunzio quasi a volermi provocare, visto che avevo presentato una tesina sull’opera letteraria di Pier Paolo Pasolini, scorsi sul suo volto un velo di preoccupazione.
Durò solo pochi istanti perché, man mano che tessevo le lodi del Vate senza farmi condizionare dalle sue scelte politiche, si sciolse in un sorriso sornione e persino ammiccante perché capì che avevo fatto tesoro dei suoi insegnamenti.
Continuai a frequentare il liceo anche dopo essermi diplomato e fu proprio in occasione di una delle mie consuete visite durante l’intervallo delle lezioni del sabato mattina che mi presentò ad Achille Biele e Generoso Simeone, che erano alla ricerca di un collaboratore per il quattordicinale “Benevento”.
Quell’incontro mi spalancò le porte al mondo del giornalismo, a cui aspiravo sin da bambino.
Ma la gratitudine che nutro nei suoi confronti, più che a questa fortunata coincidenza, è legata essenzialmente ai suoi insegnamenti di vita.
Un sentimento che sono certo è condiviso anche da quanti hanno avuto la fortuna di frequentare quella straordinaria palestra di vita che è stato il liceo classico Luigi Sodo.
“Non vive ei forse anche sotterra, quando gli sarà muta l’armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de’ suoi?” si chiese Foscolo.
Sì, don Nicola continuerà a vivere.
mi compiaccio delle belle parole che può scrivere solo che resta affascinato! Amare e rispettare chi nn la pensa come noi è vanto di persone di statura molto ma molto superiore alla massa………. Vola alto chi nn si lascia intorpidire la mente dal pregidizio
mi compiaccio delle belle parole che può scrivere solo che resta affascinato! Amare e rispettare chi nn la pensa come noi è vanto di persone di statura molto ma molto superiore alla massa………. Vola alto chi nn si lascia intorpidire la mente dal pregidizio