(Sanniopress) – La discussione sui debiti del Comune di Benevento e la loro “tracciabilità”, cioè l’individuazione dell’origine e la gestione che in 30 anni li ha fatti lievitare in modo esorbitante, non si può ridurre alle solite “chiamate di correità” reciproche tra le diverse maggioranze ed opposizioni che si sono succedute dalle giunte Pietrantonio ad oggi.
La questione è troppa seria per ridursi ad una diatriba tra addetti ai lavori, o meglio allo scambio di messaggi cifrati tra coloro che conoscono i fatti ma non li spiegano mai, in modo da utilizzarli solo per la difesa di interessi personali e/o professionali e/o politici.
Adesso tutti i cittadini devono sapere che cosa è veramente successo fino al punto da determinare il paventato nuovo dissesto del Comune con conseguenti devastanti per l’intera collettività. La massa passiva, per quanto finora emerge dai dati forniti dall’Ente, si aggira su 25 milioni di euro. A quanto pare, non tutti sono classificabili come “debiti”, perchè sono ancora in corso i giudizi innanzi a vari tribunali soprattutto per determinare con esattezza i costi degli espropri dei terreni assegnati alle cooperative di abitazione o allo IACP, ma è probabile che le passività per tale voce di spesa possa addirittura aumentare.
Finora nella massa passiva appena quantizzata, la parte più consistente, circa 15 milioni di euro sui 25 complessivi, riguarda appunto i costi per gli espropri e questo è un dato già di per sè scandaloso. Diventa addirittura inquietante, scoprire poi che i 15 milioni, ripeto quindicimilioni di euro cioè 30 miliardi di vecchie lire, servono per pagare 5 o 6 proprietari di terreni che trent’anni fa il Comune occupò e assegnò ad alcune cooperative e allo IACP, delegandoli a condurre, in nome e per conto dell’Ente, la trattative per l’esproprio o l’acquisizione bonaria. Tale formula è stata usata dal Comune per un centinaio di cooperative che in grandissima parte hanno concordato con i proprietari il prezzo dei terreni e chiuso ogni contenzioso. In alcuni altri casi, soprattutto quando la delega all’esproprio fu fatta allo IACP, l’accordo con i proprietari dei terreni non fu raggiunto e dopo diversi anni, tra prezzo rivalutato ed interessi, il passivo che ora tutti dovremmo pagare, ha raggiunto già i 15 milioni di euro.
Adesso però, vogliamo sapere quali sono i proprietari e gli avvocati, che hanno fatto la loro fortuna grazie al Comune, che fatta la delega all’esproprio, non si è poi preoccupato di accertare, in 30 anni, a quale punto fosse arrivato il contenzioso. Eppure, dopo le prime sentenze favorevoli ai proprietari, era chiaro da tempo che l’Ente sarebbe stato condannato a pagare spese milionarie per quei terreni.
Vogliamo sapere, anche, quali sono le poche cooperative che, a differenza di molte altre delegate all’esproprio, non raggiunsero gli accordi con i proprietari dei terreni, e soprattutto a quanto ammonta la parte del debito per i suoli assegnati allo IACP. Tale istituto, infatti, consapevole di avere molte responsabilità per questa gravissima situazione e di essere stato condannato a pagare “in solido” con il Comune le spese di diversi espropri, deve necessariamente contribuire a sanare la situazione debitoria dell’Ente. Dipende, però da come lo fa, evitando innanzitutto di far pagare per i suoi errori e per quelli del Comune, i prenotatari degli alloggi.
Ed invece, lo IACP da alcuni mesi ha cominciato ad inviare a 620 famiglie che da oltre 20 anni vivono case regolarmente assegnate in proprietà, la richiesta di pagamento di cifre esorbitanti come integrazione sul prezzo di vendita. Addirittura vengono richiesti in media 28.000 euro, pari al 25-30 % del prezzo convenuto e che riguardano anche i prenotatari che hanno già sottoscritto regolare atto notarile di acquisto. L’Istituto Autonomo delle Case Popolari, spiega, per modo di dire, alle famiglie tartassate, che il nuovo prezzo deriva dal Q.T.E. approvato dalla Regione Campania. Comprensibile è la preoccupazione degli assegnatari, che dopo aver accarezzato il sogno della casa adesso si trovano ossessionati da un incubo. Essi scrivono all’Istituto per avere chiarimenti, ma nè il commissario Nino Del Vecchio, nè il direttore Francesco Mauro, si preoccupano di rispondere lasciando intendere che le responsabilità sono della Regione. Ed invece la decisione di aumentare il prezzo di vendita è sicuramente dello IACP!
Infatti, il Q.T.E. cioè il Quadro Tecnico Economico, che contiene le indicazioni sulla superficie convenzionale di ogni appartamento e il prezzo parametrato a metro quadrato, lo ha redatto proprio l’Istituto Case Popolari di Benevento. La Regione si è limitatta ad approvarlo. E allora, Nino Del Vecchio deve spiegare perchè il prezzo di quelli alloggi è lievitato improvvisamente e che cosa deve fare l’Istituto con i 18 milioni di euro che pensa di recuperare tartassando i prenotatari di alloggi assegnati 22 anni fa.