(Sanniopress) – Le cose stanno così. Il comune di Benevento è a un passo dal dissesto, ma solo un mese fa o giù di lì ci avevano detto di aver messo in sicurezza il bilancio. L’indagine della magistratura su Palazzo Mosti va avanti ed è stata perquisita la casa di Aldo Damiano, ex assessore ed esponente di tacco e di punta della maggioranza. La manifestazione folkloristica del revival longobardo manda in estasi l’assessore Del Vecchio mentre la pizza in piazza di Sannio Fest lo manda in bestia e così nasce la guerra delle pizze in faccia tra i due assessori che non si capisce come facciano a far parte non solo della stessa maggioranza e dello stesso partito ma anche della stessa giunta. Per completare il quadro si può passare dal Comune alla Provincia: addio alle armi dell’ente provinciale, la Rocca dei Rettori sarà un museo.
Sono giorni un po’ così. Il caldo a Benevento è più caldo che altrove. In fondo il nome “benevento” è menzognero: “malevento” è più appropriato. Ho partecipato ad una conversazione con Nicola Sguera, Billy Nuzzolillo e Laura De Figlio sotto il solleone di Piazza Roma. Eravamo più al di qua dei microfoni che al di là (e ringrazio gli eroi civili che mi hanno ascoltato, spero di non averli annoiati e almeno un po’ interessati). L’idea è buona, ma va realizzata un po’ meglio: un ombrellone più grande, granita, un po’ di refrigerio. Far discutere la città come se si fosse sotto l’ombrellone è cosa originale, ma se non ci si può mettere in costume da bagno è necessario raffreddare un po’ l’aria.
Mi sarei aspettato, ad esempio, che ad ascoltare ci fosse anche l’assessore De Luca che – se non ho capito male – è un po’ il papà della manifestazione. Credo che dopo la dura critica di Raffaele Del Vecchio sia un suo dovere dimostrare che Sannio Fest non è il Festival della Pizza e, di contro, credo che dopo il suo duro giudizio sia dovere dell’assessore alla Cultura illustrare meglio le idee sue e dell’amministrazione in tema di cultura, turismo, intrattenimento. Se due assessori della stessa giunta si prendono a pizze in faccia in modo così netto e clamoroso – “macchina per far soldi”, “nessuno ha il monopolio delle idee” – la sconfitta non è né di Del Vecchio né di De Luca ma del sindaco, della giunta e forse anche della città. Perché i due assessori litigano? Perché non si sa discutere e non si sanno affrontare i problemi con quello spirito critico che è il sale della vita democratica. Non voglio far polemiche, ma è un fatto che ad un anno e più dal riconoscimento Unesco siamo a zero. Il massimo che si è riusciti a partorire – e lo dico con rispetto per l’idea, il lavoro e la realizzazione: e del resto io mi chiamo Desiderio – è una rievocazione della vita longobarda che tutto sommato tradisce una concezione antiquaria della storia. Ma a risollevare le sorti cittadine non saranno né le pizze di De Luca né i presepi di Del Vecchio se non si ha il coraggio di mettere in discussione se stessi e prendere spunto dall’occasione Unesco per dare a Benevento una piazza in cui discutere su cose, fatti e idee senza le critiche suonino come offese di lesa maestà.
La guerra degli assessori ha fatto un po’ di rumore perché è così estiva che fa colore e non solo calore. E’ una polemica che mette in luce, peraltro, le tante arie che la classe dirigente si dà: Benevento nutre di se stessa un ingiustificato pregiudizio positivo. Ma se vai a toccare, sotto sotto non c’è niente. Se ci fosse qualcosa si discuterebbe in altro modo del futuro dissesto comunale, dell’indagine giudiziaria, della fine della Provincia, del flop culturale. Ripartiamo da qui: sotto a quegli ombrelloni di Piazza Roma portiamo Del Vecchio e De Luca e discutiamo di ieri e di oggi, di storia e geografia, di pizza e ristorazione, Benevento e Malevento.
(foto della Gazzetta di Benevento)