(Sanniopress) – Gentile direttore, la volevamo ringraziare anticipatamente per aver dato spazio a queste righe che vogliono raccontare un episodio di “buona sanità”. A scriverle sono i figli di una paziente che è riuscita, grazie alla “buona sanità” presente sul nostro territorio, a vincere la sua battaglia tra la vita e la morte. Nostra madre, dopo anni di dialisi, dal 2004 vive grazie a un trapianto di rene. Nonostante molti possano credere che il trapianto di rene sia una cura, la letteratura scientifica è concorde nel definirla una terapia in quanto tutti i pazienti trapiantati sono costretti ad assumere farmaci immunosoppressori (farmaci che abbassano le difese immunitarie dell’individuo ndr) meglio conosciuti come farmaci antirigetto, indispensabili affinchè l’organismo non distrugga il dono del trapianto.
In questi otto anni nostra madre ha continuato a svolgere la sua professione di insegnate alle scuole elementari vivendo a contatto con i bambini e condividendo con loro, oltre alle gioie e alle soddisfazioni dell’insegnamento, le malattie stagionali a cui sono soliti andar incontro i bambini, che purtroppo, insieme agli anziani, rientrano nella fascia di età che va più spesso soggetta ad ammalarsi. Durante gli anni, benché tutti questi mali abbiano debilitato sempre più nostra madre, lei era risucita sempre a superarli fino all’8 giugno giorno in cui è andata incontro a una delle più terribili complicanze in cui possono incappare gli immunodepressi: lo shock septico. La fortuna ha voluto che nostra sorella si è accorta subito del decadimento fisico di nostra madre e ha allertato la dottoressa Vincenza Papa, nostra vicina di casa, la quale avendone constatato lo stato precario di salute ha disposto le prime cure e ha allertato il 118 che l’ha trasportata presso la Rianimazione dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento diretta dalla dottoressa Maria Cusano.
Noi altri tre figli, che svolgiamo la professione medica al Centro Nord, avvertiti dell’accaduto ci siamo precipitati a Benevento e una volta in ospedale, nonostante le condizioni criticissime di nostra madre, abbiamo potuto apprezzare la professionalità del personale sanitario e soprattutto la chiarezza e la franchezza nell’esporre le informazioni cliniche. Benché mamma abbia risposto da subito ai farmaci e agli antibiotici somministrati, i primi tre giorni sono stati terribili.
Ci sentiamo di dire grazie ai religiosi che hanno confortato e alleviato le nostre sofferenze. Nel corso dei giorni abbiamo potuto apprezzare la professionalità dei sanitari che curavano nostra madre e soprattutto l’abilità nel coordinarsi con altri centri come quello di Pisa per la salvaguardia del rene trapiantato. Un grazie va alla dottoressa Pasqualina Iuliano responsabile dell’Ambulatorio per i trapiantati di rene presso ASL BN1 che ha cordinato in modo celere e opportuno i collegamenti tra la Rianimazione e Pisa.
A quasi un mese dall’evento nostra madre sta migliorando a piccoli passi. Non possiamo ancora scrivere il lieto fine di questa favola, ma possiamo affermare che le professionalità e la buona sanità esiste sul nostro territorio in quanto vi sono persone e strutture che interagendo tra di loro e coordinandosi danno risultati più che ottimi nella cura del paziente.
I figli