(Sanniopress) – Mentre mi accingevo a scrivere sulla mia disavventura giudiziaria (dovevo essere arrestato per un certificato il 12 luglio 2012 per conto della procura delle Repubblica di Benevento) ho appreso da Sanniopress (https://www.sanniopress.it/?p=24768) della morte di un giovane di Paduli nel carcere di Sulmona nella notte tra sabato 2 giugno e domenica 3.
Si chiamava Nicola Grieco ed era un mio amico oltre che assistito. Nicola era un bell’uomo: fisico prestante, 190 cm x 82 Kg, carnagione scura, viso perfetto, sorriso puerile, capelli neri, occhi profondi.
Nonostante le apparenze presentava gravi problemi psico-fisici. I genitori a causa delle sue precarie condizioni di salute hanno fatto di tutto per fargli concedere una misura alternativa.
Insieme ai consulenti medici e legali si sono dannati per farlo uscire. Le lacrime e la disperazione della madre sono ancora vive nella mia memoria. Il 15 maggio 2012 avevo stilato una relazione per tentare di sottrarlo ad una pena che mi è apparsa sempre eccessiva. Non ho fatto in tempo a consegnarla all’avvocato Alberto Simeone.
Al momento non si conoscono le cause dell’exitus.
La Procura dell’Aquila ha nominato come perito autoptico l’anatomopatologo Luigi Miccolis. Mi auguro che venga effettuato un esame attento e preciso. Ricordo, però, che la casa di lavoro di Sulmona detiene il triste record di morti in carcere.
Nel 2009, oltre ai detenuti ed agli agenti di Polizia Penitenziaria anche la direttrice Miserere si è tolta la vita. Deve esistere in questa casa circondariale un’atmosfera pesante che porta ad un rapido burn-out operatori di giustizia e detenuti.
In un recente testo uscito in libreria La Malapolizia il giornalista Adriano Chiarelli elenca con precisione una lista impressionante di morti e omicidi determinati da uomini con la divisa: Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Domenico Palumbo, Marco De Santis ed altri.
Non solo funzionari infedeli ma anche periti superficiali e medici collusi a detta dell’autore hanno impedito in alcuni casi che giustizia fosse fatta. Anche Gesù Cristo è stato arrestato e sacrificato dalla LEX di Roma. Chiedo Giustizia per tutti i poveri cristi deceduti in carcere.
Io non sono stato arrestato ed il 3 maggio 2012 la mia posizione è stata archiviata. La mia vita familiare e professionale ne esce distrutta ma comunque ringrazio la sorte per i giudici attenti e rigorosi che ho trovato nell’iter giudiziari (il gip Cusani ed il gup Melone).
Non so cosa avrei fatto se fossi stato arrestato.
Il carcere è un’esperienza devastante per una persona onesta a differenza del pregiudicato che vive la restrizione come una esperienza prevista.
Riposa in pace Nicola. Il tuo sorriso mi accompagna ed il tuo ricordo mi commuove.