(Ossigeno per l’informazione) – “Tu sei una m…. Fotografi solo quello che ti fa comodo. Fai finta di non vedere… già, adesso lavori per il sindaco. Ma prima o poi ti taglio la testa”. Con queste parole è stato minacciato di morte il fotoreporter Gennaro Manzo, giornalista freelance che fa parte dello staff del sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio. E’ accaduto il 12 maggio scorso. Testimoni i giornalisti che seguivano la processione. Assostampa e Ordine dei Giornalisti hanno chiesto di punire gli autori delle minacce.
Ossigeno si era già occupato di Manzo lo scorso ottobre, quando denunciò di essere stato intimidito da alcuni militanti del Pd mentre fotografava il palco della Festa democratica che era stato clamorosamente messo sotto sequestro dal sindaco Pdl Luigi Bobbio.
ll nuovo episodio si è verificato durante l’annuale processione di San Catello, il patrono di Castellammare di Stabia. Per la piccola cittadina alle porte di Napoli è sempre una grande festa. La seconda domenica di maggio è il giorno più atteso dell’anno. Da un paio di anni la festa è accompagnata da polemiche e proteste a causa del persistere dell’usanza davvero strana di far fermare la statua del Santo sotto il balcone di un vecchio boss ormai a riposo che viene omaggiato con un inchino della statua. Una tradizione che il sindaco Luigi Bobbio, ex pm della Dda partenopea, da anni tenta di interrompere incontrando mille difficoltà. L’anno scorso fu beffato nonostante i portatori si fossero impegnati anche con il vescovo.
Quest’anno invece gli sforzi del sindaco e del nuovo vescovo sono andati a buon fine. Leparanze delle varie associazioni hanno trasportato la statua del Santo lungo le strade cittadine senza fare l’odiosa sosta: un grande risultato. Perciò la festa è filata liscia come non mai, con grande soddisfazione da parte del sindaco e del nuovo vescovo Don Franco Alfano.
Qualcuno ci è rimasto male e ha sfogato il malumore con Manzo. La statua del Santo era appena passata dal punto fatidico quando quattro membri di una associazione locale hanno riconosciuto Gennaro Manzo e lo hanno provocato ed insultato. Bisogna dire che il fotoreporter è un professionista molto noto per il suo lavoro e che dallo scorso gennaio fa parte dello staff del sindaco Bobbio, con una nomina fiduciaria.
Una persona del gruppo ha imbracciato una pala e ha cominciato ostentatamente a spalare del terriccio e, rivolgendosi a Manzo, gli ha fatto notare che il Comune avrebbe duvuto provveduto da tempo a rimuovere quei calcinacci e quel materiale di risulta dalla strada. “Io ho risposto in tutta serenità – racconta Genny Manzo ad Ossigeno – facendo notare che il Comune aveva fatto il suo dovere incaricando l’azienda che si occupa di quel tipo di servizio e che bisognava avere pazienza perché non si trattava di rimuovere un rifiuto indifferenziato e quindi bisognava seguire delle procedure. A quel punto uno di loro ha cominciato ad inverire”.
“Sono rimasto impietrito per qualche secondo. Non sapevo proprio cosa fare. Non mi aspettavo – prosegue Manzo – una reazione così violenta, fuori controllo da quella persona che, insieme agli altri tre, fa parte di un’associazione che anche io ho sempre sostenuto ed aiutato. Un collega ha capito che mi ero bloccato. Allora mi ha preso sotto il braccio, mi ha portato via e mi ha chiesto come stavo. In effetti ero impallidito e respiravo a fatica. Insomma, mi hanno accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale ‘San Leonardo’. I medici hanno riscontrato tachicardia e ipertensione e mi hanno prescritto tre giorni di riposo assoluto”.
La denuncia. Manzo ha denunciato le minacce ai carabinieri. “Non ci ho pensato su due volte”, spiega. ”Non riesco ancora a capire cosa sia scattato contro di me. Basta poco per essere additato dispregiativamente come uno spione oppure, nello stesso tono, come l’amico del sindaco”.
A Castellammare, dice Manzo, c’è tensione. Anche se la vertenza Fincantieri sembra avviata a una soluzione meno drastica del previsto, ”povertà e disoccupazione continuano a pesare. E’ c’è la rabbia di alcuni che considerano affronti personali i fatti che segnano una affermazione della legalità. Quando non facevo parte dello staff del sindaco – dice il fotoreporter – venivo indicato come il fotoreporter attaccabrighe, il ficcanaso di turno con il pallino di fare foto a raffica e il vizio di non farmi i fatti miei. Io penso che un cronista deve essere un ficcanaso e deve sempre documentare e denunciare le cose che non vanno. Io dico che la libertà di stampa e il diritto-dovere di cronaca devono essere rispettati veramente ed è doveroso difendere i giornalisti che si muovono fra la gente per raccogleire notizie ed informare tutti i cittadini”.
Solidarietà di Ordine e Assostampa. “Esprimo la mia incondizionata solidarietà e vicinanza al collega giornalista Gennaro Manzo, fatto oggetto di minacce a causa della sua attività professionale”, ha dichiarato Mimmo Falco, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e componente della Giunta esecutiva della Fnsi. “Purtroppo già in passato sono stati registrati episodi analoghi – sottolinea Falco – che hanno colpito giornalisti intenti a raccontare la verità”. Falco chiede, dunque, “un impegno delle istituzioni per garantire i diritti dell’informazione e l’incolumità dei giornalisti”. Sulla stessa linea l’Assostampa che ha chiesto agli inquirenti di “fare luce sull’episodio e di attuare tutte le iniziative a tutela del giornalista”.