(Sanniopress) – In poco tempo il panorama editoriale sannita si è arricchito di un nuovo quotidiano e si è impoverito di due emittenti televisive. E’ arrivata la versione beneventana di Ottopagine e sono andate via due storiche reti televisive: Telebenevento e CdsTv. Tutto è avvenuto senza molti clamori, anzi, tutto è avvenuto quasi nella pressoché totale indifferenza tanto delle imprese quanto delle istituzioni. Colpisce soprattutto il caso di Cds.
La storia di questo canale ha ormai più di trent’anni. Nacque a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta come una delle prime televisioni libere della Campania. Radicata dapprincipio soprattutto in Valle Caudina – trasmetteva da Montesarchio o, forse, ancor prima da Airola – riuscì poi a espandersi a tutta la provincia e a fare da apripista ad altre reti locali. Attualmente Cds, pur non avendo più la sua sede a Montesarchio, trasmette un telegiornale che offre un’informazione per il Sannio. Ci riesce per almeno due motivi: per i sacrifici della redazione e per l’esperienza accumulata nel tempo da Enzo Colarusso. Tuttavia, il lavoro giornalistico locale richiede una presenza sul territorio di riferimento. Fino a quando Cds riuscirà a garantire il servizio trasmettendo da Napoli?
L’imprenditore che ha acquistato Cds lo ha fatto legittimamente per coprire un’area regionale scoperta dalle sue frequenze. Questo gli permette di ingrandirsi e sopravvivere. Purtroppo, però, avviene a discapito del servizio e dell’informazione che, nonostante le frequenze, appaiono meno frequenti e presenti.
Le istituzioni hanno assistito alla vendita di Cds e al trasloco napoletano sbadigliando. Forse, qualcosa si sarebbe potuto e dovuto fare. E’ stato fatto qualcosa – un comunicato – in occasione del licenziamento di Ciro Marra ma il caso di Cds non riguarda il singolo giornalista che perde il suo posto di lavoro in redazione. Piuttosto, riguarda la stessa “rete” che era un pezzo di storia e – perché no – di geografia sannita e si identificava più di altre emittenti locali con la provincia beneventana. La vendita e il trasloco non hanno fatto granché notizia, mentre oggi la notizia è che la provincia sannita è sostanzialmente priva di una televisione che si muoveva bene su tutto il territorio e garantiva un’informazione utile a tutti. Proprio nei mesi in cui è andata in onda la polemica sull’abolizione della Provincia con relativa mobilitazione politica e giornalistica, è stata abolita l’unica televisione che copriva tutto il territorio della Provincia ma non vi è stata alcuna mobilitazione, né si è avvertita la necessità di guardare al caso Cds come a un problema culturale. A Benevento si fanno tante chiacchiere sul “napolicentrismo” ma al momento opportuno nessuno è in grado di difendere prodotti redazionali beneventani.
Oggi si cominciano a pagare le conseguenze di questo errore. L’esilio napoletano della redazione di Cds priva nella sostanza la provincia sannita del suo telegiornale e il panorama editoriale, composto da giornali, radio e “rete”, della sua televisione storica che invece di fare un salto di qualità e quantità ha fatto un salto a Napoli.