(Sanniopress) – E’ il più ricco e il più aggraziato degli archi di trionfo romani e costituisce la testimonianza dello splendore raggiunto nel II secolo d.C., vista anche la costruzione, tra l’altro, del teatro e dell’anfiteatro.
Monumento simbolo della città di Benevento, l’arco di Traiano fu eretto tra il 114 ed il 117 d.C. in occasione dell’apertura della via Traiana, che costituiva una variante rispetto all’Appia e che era stata voluta dall’imperatore per raggiungere più facilmente Brindisi e l’Oriente, dove di lì a poco si accingeva ad intraprendere la guerra pontica. L’arco ha un solo fornice. E’ alto 15,60 metri e largo 8,60. Ha una ossatura costituita da massi di calcare ed un rivestimento di marmo. Originariamente collocato nei pressi di una porta, l’arco esce indenne dal terremoto che nel IV secolo colpisce la città e viene anche risparmiato da Totila che nel 545, durante la guerra greco – gotica, distrugge la cinta muraria di Benevento. Arechi I – siamo subito dopo la conquista longobarda del VI sec. d.C. – lo ingloba nella nuova cinta muraria, rendendolo porta urbica, funzione che ne ha garantito la conservazione nel tempo. Esso prende così il nome di Porta Aurea, come è attestato nella fonte relativa al trasporto delle reliquie di San Mercurio avvenuto nel 768, dove viene ricordata la “Portam… quae aurea nuncupatur”. Tale nome ritorna nel Chronicon Salernìtanum e nel Cataloga Regum Langobardorum, anche per localizzare la vicina chiesa di Sant’Ilario, altro capolavoro dell’architettura longobarda del VII sec d.C.
Resta intatto anche dopo il terribile terremoto del 1688 che distrusse invece molti monumenti di Benevento. Tant’è vero che nella documentazione cartografica più antica, rappresentata dalla pianta Borgia del 1763 e da quella di Pio VI del 1781, è raffigurato ancora completamente inglobato nella cinta muraria. La documentazione del Panini del 1752 evidenzia le case addossate, mentre non vi è traccia della pesante porta di legno con la sua armatura. Il primo intervento di isolamento si realizza col pontificato di Pio IX nel 1854. Infatti in un’epigrafe del 1856 conservata al museo del Sannio si legge che il pontefice fece demolire “le case costruite in aderenza per l’incuria dei tempi passati” e “fece rimettere in luce sui lati i rilievi”. Il delegato pontificio di Benevento, Crispino Gasparoli, fece togliere le pesanti ed obsolete porte di legno e con il ricavato della loro vendita pagò una veduta dell’arco prima dell’isolamento eseguita da Achille Vianelli, conservata al museo del Sannio. L’arco, liberato dalle costruzioni che vi erano addossate, fu cinto da una cancellata di ferro, che sarà eliminata dopo l’unità d’Italia.
Durante in fascismo si progetta un foro Traiano ed arriva da Roma una statua dell’imperatore uguale a quella eretta in via dei Fori Imperiali che doveva essere collocata nei pressi dell’arco di fronte ad una statua del duce. Questo progetto non va in porto e la statua di Traiano viene posta davanti alla Rocca dei Rettori, dove si trova attualmente. Inoltre si procede allo sventramento di via Traiano, facendo così scomparire preziose testimonianze della Benevento antica. Alcune foto della Seconda Guerra Mondiale ci mostrano l’arco completamente coperto di sacchetti di sabbia mantenuti da strutture lignee, al fine di proteggerlo da eventuali bombardamenti. Un restauro conservativo dell’arco viene effettuato nel 1975 dalla Soprintendenza ai Monumenti della Campania. Il grave deterioramento emerso (in alcuni casi si nota l’avvenuta trasformazione del marmo in carbonato di calcio) e la caduta di alcuni frammenti dopo il terremoto del 1980 sollecitano con la massima urgenza un intervento di restauro dell’intero monumento. Nel 1985 la Soprintendenza sollecita al Comune la chiusura al traffico di via Arco di Traiano e via Manciotti per evitare che lo smog peggiori la già critica situazione del monumento. La chiusura risolve solo parzialmente il problema, visto che comunque esso è posto sulla circonvallazione esterna di Via del Pomerio che è un’arteria di grande traffico. Accurate analisi chimico-mineralogiche condotte dalla Soprintendenza due anni dopo, conducono ad interventi di pulitura, di protezione e di consolidamento della superficie lapidea del monumento, fortemente danneggiata dalle intemperie. Altri consistenti lavori si sono protratti dal 1999 al dicembre del Duemila.
Ma vediamo in estrema sintesi le scene presenti sulle facciate interne (Traiano nelle sue relazioni con i cittadini) e su quelle esterne (Traiano nei suoi riguardi verso le province).
Scene sulla facciate interne
Le scene interne raffigurano:
1) Traiano che vittorioso, ma con semplicità, torna a Roma nel 99 d. C. a Roma, invitato dal Praefectus Urbis.
2) Traiano scortato dai littori riceve tre rappresentanti del ceto mercantile, sullo sfondo Portunus, Ercole e Apollo, le divinità venerate nel foro Boario.
3) Rientro di Traiano dalla Germania; Traiano accolto dai Geni del popolo romano, dal Senato e dall’Ordine Equestre.
4) Scena forse legata alle provvidenze per i veterani nelle regioni del Reno e del Danubio. Traiano è consigliato da una matrona con la corona turrita che regge con la sinistra un vessillo sormontato da cinque aquile.
5) L’istituzione a Benevento, nel 101 d. C., dell’ Institutio alimentaria voluta da Nerva per aiutare i fanciulli poveri: l’imperatore traiano assiste alla distribuzione degli alimenta in città. Le quattro matrone turrite che compaiono nella scena personificano Benevento, Caudium e due città oggi scomparse dei Liguri Bebiani e Corneliani.
Scene esterne
Rappresentano l’opera compiuta da Traiano per la pacificazione ed il benessere delle province.
1) Traiano (sulla destra), scortato da ufficiali togati e da littori, incontra Ercole e altri due personaggi, uno con un cavallo portato per la briglia, l’altro con un grosso cane al guinzaglio. Probabilmente si riferisce al possesso nelle regioni danubiane.
2) In primo piano vi è Marte con l’elmo sul capo. Sulla destra l’imperatore, sempre accompagnato da littori, affiancato dalle virtù di Indulgentia e Felicitas. Traiano presenta a Roma un bambino e una bambina che si levano dalla terra arata. Il riferimento è all’Institutio Alimentaria che Traiano estese in tutta Italia.
3) Traiano, alla presenza di Giove Feretrio (al centro), stipula un patto di pace con il capo dei Germani nell’anno 98 d.C.
4) Traiano che riordina l’esercito delle province.
5) Il sacrificio celebrato nel 109 da Traiano per l’inaugurazione della Via Traiana. I camilli gli porgono la cassetta degli aromi, i vittimari stanno abbattendo un giovenco. Solita folla di littori che accompagna l’imperatore.
(foto di Lucia Gangale)