(Sanniopress) – In questi giorni la provincia di Benevento è tappezzata di manifesti pubblicitari del Sannio Quotidiano che riportano lo slogan “A difesa della legalità, della democrazia e della sana libertà”. Nelle stesse ore ha preso il via la seconda edizione della “Settimana della legalità”, promossa da Sanniopress.
I lettori del Colasannio, però, pur pagando due volte il proprio quotidiano (sia nella veste di contribuenti che in quella di acquirenti in edicola) non hanno potuto leggere questa notizia perché si tratta di un evento sgradito al suo direttore-editore-stampatore-consigliere regionale, Luca Colasanto. Insomma, un paladino della legalità a corrente alternata…
Nelle stesse ore la notizia è invece apparsa, ben in evidenza, nell’edizione cartacea e online del Corriere del Mezzogiorno, nel notiziario regionale dell’Ansa e sulla homepage del Mattino (ovvero il più importante quotidiano del Mezzogiorno), oltre che sui principali media sanniti. Persino il quotidiano online Il Vaglio, con cui negli ultimi mese pure abbiamo aspramente polemizzato, ha riservato degli spazi informativi all’evento. E lo ha fatto soprattutto per rispetto dei propri lettori, meritevoli di essere informati, a prescindere da simpatie o antipatie personali. Rispetto che evidentemente il Colasannio non nutre verso i propri lettori.
Ma lo “strabismo” del direttore-editore-stampatore-consigliere regionale, Luca Colasanto, emerge, oltre che sul piano della difesa della legalità, anche da un altro aspetto, e cioè quando parla di “difesa della democrazia e della sana libertà”: si tratta, infatti, dello stesso personaggio che nel gennaio del 2010, diede inizio alla campagna elettorale per le elezioni regionali con largo anticipo sugli avversari, facendo tappezzare l’intera provincia di Benevento con un manifesto (vedi foto) che riportava il seguente slogan: “Luca Colasanto, da sempre per il Sannio e in difesa dei cittadini, informa i sanniti tutti i giorni da 15 anni”…
Si tratta, inoltre, dello stesso direttore-editore-stampatore che quando fu candidato ufficialmente alla Regione nelle liste del Pdl non avvertì neppure l’esigenza di sospendersi dalla carica di direttore, utilizzando invece il Colasannio (lo dicono importanti esponenti del suo stesso partito) per fini politici correntizi al punto che il giornale è stato definito house organ del duo Colasanto-De Girolamo.
Il tutto, ricordiamolo, usufruendo di quasi due milioni all’anno di contributi pubblici stanziati dal Dipartimento per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio!
E così non c’è da meravigliarsi se una nutrita pattuglia di giornalisti, appena ha intravisto la possibilità di andare a lavorare in un altro giornale, è fuggita via a gambe levate nel giro di sole 24 ore, mettendosi definitivamente alle spalle anni e anni di mortificazioni professionali, di liste di proscrizione e di evidenti imbarazzi quando incontravano i “fantasmi” di cui, loro malgrado, non potevano scrivere.
Voi cosa avreste fatto al loro posto?
Purtroppo, neanche questa fuga è servita a ridestare e a far riflettere il nostro cavaliere che, incurante persino del rischio di apparire ridicolo, continua a professarsi difensore della legalità, della democrazia e della sana libertà….
Carissimo amico Billy, tu testualmente scrivi:
,,,, Luca Colasanto. Insomma, un paladino della legalità a corrente alteranta.
Condivido questa frase perchè essa non fa che confermare quanto da sempre io penso e dico:
Non sempre chi predica di legalità vive di e nella Legalità
Come diceva il Cristo:
I peggiori sono i falsi Profeti