(Sanniopress) – Benevento, che fu rifondata dai Longobardi, è invasa dai barbari di ogni tipo. Ormai questa mi sembra una città senza regole, abbandonata a se stessa. Una città lenta che è in preda alla frenesia e agli incubi notturni dei suoi vizi. Gli unici che conservano vitalità e volontà di potenza. Le invasioni barbariche – “vandali in centro” strillava la locandina de Il Mattino – hanno inizio quando l’Impero è ormai senza difesa interna e facile da conquistare. Se a Roma, ai piedi del Colosseo, ci sono i centurioni fasulli con orologio, calzini e canottiera – omaggio quest’ultimo al povero Bossi, principe dei Burgundi – a Benevento ci sono imperatori, consoli, prefetti del pretorio di cartapesta. Le invasioni barbariche notturne che avvengono sotto forma di movida, divertimento giovanile e turismo musicale hanno la loro origine nei Palazzi del governo locale che non sono in grado di far rispettare le regole perché hanno rinunciato a governare la città secondo il modello più sicuro: con il buon esempio.
Nei giovani che circolano la notte con l’alcool e il fumo in corpo c’è una tendenza alla distruzione. I giovani per natura sono più inclini alla distruzione che alla creazione. Non nascondiamoci le cose. In ogni giovane c’è un barbaro, altrimenti non sono giovani. Ma l’idea di coccolarli, accarezzarli, giustificarli è ancora più barbara. Uno che non le mandava a dire diceva che devono crescere al più presto e non devono dare fastidio. Ma oggi non è facile perché tutta la società è costruita sul mito dell’eterna giovinezza. Esempi di autorevolezza, compostezza, dignità non ce ne sono mentre si lascia intendere che tutti possono fare tutto e anche quello che non si potrebbe fare in realtà si può fare, tanto nessuno ti dice niente e, anzi, se non lo fai vuol dire che sei un fesso perché non hai capito come funzionano le cose. Siamo alle solite: ci sono i furbi e i fessi. E’ in questo brodo che i barbari non vengono dall’esterno ma crescono in casa.
Ci si lamenta che i barbari la notte vanno avanti e indietro con le loro automobiline e automobilone e non si capisce niente in Piazza Castello, sul Corso Garibaldi, in Piazzetta Vari, a Piano di Corte, a via Umberto I. Ma perché con la luce del giorno cambia qualcosa? Il Palazzo del governo – dove con l’espressione si può intendere indifferentemente (come la famosa canzone) la prefettura, la provincia, il comune, fate vobis – è circondato da autovetture di ogni tipo. Il popolo della notte – i barbari – dunque invade la città semplicemente perché chi governa non fa rispettare il limes: non lo fa rispettare da Piazza Risorgimento a scendere (o a salire), così le genti, le tribù, le popolazioni si urtano tra loro e si muovono a ondate sono la spinta ora dei Vandali, ora dei Gepidi, ora dei Goti. I barbari non rispettano nessuna regola e distruggono tutto ciò che trovano sul loro cammino – come è accaduto l’altra notte e ne hanno fatte le spese autovetture, fioriere, cassonetti e anche la mia redazione: il bar Le Trou – perché nella città senza regole si è persa la differenza tra ciò che si può fare e ciò che non si deve fare.
Prendete il caso del suolo pubblico. Di chi è? Di chi se lo prende. Se avete tavolini, sedie, altoparlanti tirateli fuori e prendete ciò che volete, tanto nessuno vi dice niente. Potete fare tutto perché nessuno controlla e potete fare tutto perché c’è l’idea che così si fa turismo, cultura, accoglienza. La città è abbandonata a se stessa per i rifiuti, i parcheggi, l’isola pedonale, tavolini, sedie. Non so chi ha detto che carabinieri e polizia devono attraversare il Corso Garibaldi a piedi e non in automobile. Parole sacrosante. Ma a chi lo vai a dire? Per la verità potrebbero anche fare a meno di percorrerlo il Corso perché ci dovrebbero essere i vigili urbani ma nella città abbandonata alla invasioni barbariche i vigili urbani non sono nomadi ma stanziali perché nella città lenta i vigili sono immobili, anzi soprammobili. Sento dire che c’è bisogno di organizzare il cosiddetto “terzo turno” ma lo si ripete e ripete che siamo ormai al terzo anno. Una volta il centro era pulito perché c’erano gli spazzini e passavano le macchine con gli spazzoloni: per avere un centro pulito va necessariamente ripristinato il servizio. Cacciate le automobili dal centro storico: si fermino in piazza Castello e non transitino per via Annunziata. Mettete i vigili in bicicletta e sindaco e assessori escano a piedi, vivano la città nella sua normalità, non solo in occasione di occasioni e di propaganda. Per ricacciare i barbari al di là del limes e, soprattutto, per giovarci delle loro vitalità e forza, andrebbero fatte due cose: buon esempio e città senz’auto di giorno e di notte.