(Sanniopress) – Conosco Piero, detto Pierino, Mancini da almeno vent’anni. Ne ho sempre invidiato la vis polemica e insorgente. Insieme abbiamo attraversato una fase della tormentata vita di Rifondazione Comunista in città. Spesso abbiamo dato valutazioni diverse sulla politica cittadina e risposte diverse al “che fare?”, il che non ha fatto venir meno la stima reciproca. Un ricordo particolarmente caro è l’inaugurazione di un piccolo locale, il “Carpe Diem”, che divenne luogo di ritrovo in una fase di grande stanchezza nella vita cittadina. Lì organizzammo degli incontri suggestivi e delle belle letture.
Pierino Mancini è uno degli oltre cento lavoratori “ex consorzi rifiuti”, ancora in attesa di essere ricollocati al lavoro. Già qualche tempo fa, Pierino mi aveva chiesto se avevo dei locali dove poter appoggiare i suoi mobili, essendo stato sfrattato, non potendo pagare il fitto. Non percepisce lo stipendio da circa due anni in una situazione surreale. Attraverso di lui tocco con mano la tragedia che sta attraversando il nostro paese, la violazione più clamorosa dell’articolo 1 della Costituzione, che fonda la cittadinanza sul lavoro inteso come diritto.
Pierino è una persona orgogliosa, fiera giustamente della sua storia. La settimana scorsa è venuto a casa e mi ha detto: «Io non ce la faccio più». È tornato a vivere con i genitori anziani. Deve restituire un prestito concessogli dalla Banca Etica e che lo ha aiutato a tirare avanti nell’ultimo anno. Il suo è un SOS a cui la comunità di cui è parte non può sottrarsi.
Scrivo, dunque, pubblicamente per avviare una colletta comunitaria a favore di Piero Mancini, lavoratore in attesa di lavoro, attivista politico, amico. La sottoscrizione sarà nominale: Piero si impegna a restituire le cifre, piccole o grandi, che gli saranno prestate, appena tornerà al lavoro, il che dovrebbe accadere, realisticamente, entro giugno, dopo la stipula di una convenzione regionale. L’auspicio è che questo gesto “estremo” apra gli occhi anche ai decisori politici il cui ruolo è soprattutto quello di affrontare le drammatiche emergenze che il lavoro (o meglio la sua mancanza) sta producendo nel tessuto sociale del nostro paese e delle nostre comunità.
Contestualmente, da oggi avvierò un gruppo di sostegno su Facebook a Pierino per gestire in massima trasparenza questa vicenda.
C’è un film che rivedo nei momenti di disperazione della mia vita. Lo devo, come tante altre cose, a mia madre. Si chiama “La vita è meravigliosa”. Descrive gli anni difficili della crisi americana del 1929 e la difficile ripresa. Vi si parla di un “giusto”, travolto senza colpa dal rischio della catastrofe economica. George Bailey decide di suicidarsi. Viene salvato dal suo angelo custode, che gli fa capire il valore immenso della sua vita per gli altri. Alla fine tutta la comunità di Bedford Falls contribuisce, la sera di Natale, a risanare il debito della sua società. Mi auguro che, come il film di Capra, anche la vicenda del mio amico Pierino abbia il suo lieto fine.
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