(Sanniopress) – Abbiamo perso la logistica, cerchiamo di non perdere anche la logica, dice Pasquale Viespoli con una battuta efficace. Il suo colloquio ufficiale con i giornalisti si è mostrato per quello che è solitamente: un esercizio di logica irrorato da passione civile e politica. L’ex sindaco di Benevento è bravo nel mettere in fila i fatti uno dopo l’altro e aggiungervi quel di più che si chiama giudizio o interpretazione. Così le sue osservazioni sull’Ikea che non c’è più e – come si è scoperto – non c’è mai stata, sulla città assente e sulla mancanza di un vero e concreto progetto per Benevento, sugli investimenti mancati per l’Università, su Piazza Duomo e Piazza Orsini, sul centro storico e su Rione Libertà sono un buon “punto della situazione” che, in verità, da un po’ di tempo offriamo ai nostri lettori con puntualità. Anzi, Viespoli si è soffermato anche sul Data Center per distinguere i meriti e dare alla Regione ciò che è di Caldoro ma su questo tema noi ci siamo permessi di osservare che le aspettative sul Data Center delle Poste sono troppo elevate mentre il centro dati non potrà portare granché perché avrà bisogno soprattutto di personale specializzato. Tuttavia, al di là del puntiglio, le cose dette da Viespoli sono utili per capire cosa accade a Benevento dove governa il Pd o partito del potere inutile. Quanto dice Viespoli, però, è solo la metà della luna: la logica. Manca l’altra metà: l’azione.
Fausto Pepe ha risposto e non poteva fare altrimenti. O forse sì, forse poteva anche tacere. In fondo, la sua risposta è stata più vocale che sostanziale e, risentito, ha detto al sottosegretario di non fare nulla per Benevento. Cioè di non dare una mano, di non fare squadra, di non collaborare. Ma si tratta di una risposta un po’ incasinata perché chi si oppone si oppone e quando collabora lo può fare se dall’altra parte c’è già una squadra, ma se dall’altra parte c’è – come nel nostro caso – una sorta di banda di scarpa sciolta, beh, allora, non ci si può attendere che siano gli avversari a fare il lavoro che spetta a chi ha l’onore e l’onere del governo cittadino. Il sindaco, però, rispetto all’ex sindaco costituisce l’altra metà della luna: l’azione che gli deriva – dovrebbe derivare – dal consenso cittadino. Solo che è un’azione senza logica, che va avanti per inerzia, si muove a caso ed è del tutto priva di una visione ampia della città legata alla Campania e al più vasto mondo.
Oggi Benevento non può contare su reali forze politiche che siano complete. Le forze che si agitano nella comunità beneventana, cittadina e provinciale, sono forze deboli. Per restare ai due protagonisti di questo pezzo: Viespoli ha la logica ma non il governo, Pepe ha il governo ma non la logica. Due forze deboli che si oppongono non fanno una forza ma due debolezze. E oggi Benevento si trova tra due debolezze: il potere inutile del Pd e un’area di centrodestra che per motivi che vanno al di là della storia cittadina è vittima della sua diaspora. Manca una terza forza. Quale? La città nelle sue espressioni civili. Per Benevento potrebbe essere, per paradosso, una buona occasione per affermare i suoi interessi, i suoi valori e le sue specificità. Ma non ce la fa perché proprio la città è troppo dipendente dalla politica e dai suoi finti gruppi politici. Eppure, varrebbe la pena di provarci perché ciò che viene dopo non potrà essere per forza di cose, anche anagrafiche, ciò che c’era prima.