(Sanniopress) – Avete voglia di sperimentare un test infallibile che ci dia l’esatta misura del grado di civiltà dei cittadini beneventani? Della città culturale e storica ove iniziative sociali e culturali si moltiplicano e vengono diffuse altisonanati dalla stampa locale? Della città ove sorge magnifico il complesso monumentale di Santa Sofia- patrimonio dell’Umanità? Volete sapere quale Umanità transitava in piazza Santa Sofia sabato sera – vigilia di Pasqua- alle ore 22:00 circa? Forse Umanità che stava recandosi -pia!- alla veglia pasquale, con i capelli in piega e l’abito firmato.
Tra questa Umanità due ragazzine sedicenni, per la classica uscita del sabato sera. Una di loro viene urtata per caso da una sconosciuta pressappoco coetanea, in compagnia di un’Umanità in branco, circa dieci ragazze. Dopo averla urtata, la sconosciuta pronuncia queste soavi parole: “Mò nun t’ncazzà, ca se no m’ncazzo pur’ io”. Risposta: “Ma chi ti conosce?” e le due sedicenni passano oltre.
In un attimo il branco è alle spalle delle due ragazze e, nel fantastico e suggestivo scenario di piazza Santa Sofia, patrimonio dell’Umanità, le picchia selvaggiamente. La gente transita tranquilla – capelli in piega e abito firmato – guarda e passa oltre. Saranno stati di fretta per la santa veglia pasquale. E in tal caso avranno momentaneamente dimenticato i fondamenti della fede che andavano dignitosamente a professare. Oppure saranno stati di fretta per il posto in pizzeria. E in tal caso avranno momentaneamente dimenticato di appartenere all’Umanità.
Mi chiedo anche quanti papà e mamme ci fossero tra quella gente. E in tal caso avranno momentaneamente dimenticato che nulla li mette al sicuro dall’eventualità che al posto di quelle ragazzine potranno esserci, una sera, i loro figli. Ecco, il test è servito.
Nota a margine: a mia figlia hanno dato cinque giorni di prognosi ed osservazione al pronto soccorso.
Questa è Benevento!
Non basta dire che questa è Benevento! Impariamo tutti ad essere vigili, a partecipare, ad intervenire, ad educare, per quello che possiamo. Non è “umano” passare oltre di fronte a ragazzini/e che si azzuffano, soprattutto quando è evidente che la lotta è impari e che si tratti di un’aggressione. Siamo responsabili delle azioni dei nostri giovani, dei nostri adolescenti, dei nostri bambini: non è colpa loro se vivono nel mondo che gli abbiamo fatto trovare. Un mondo fatto di egoismi, di arroganze, di presunzioni, di superficialità, che predica l’umanesimo, l’amicizia ed il rispetto per il prossimo…oltre i propri interessi personali…ma senza riconoscerne il valore…perché a mancare è quella che una volta si chiamava, semplicemente, “educazione”!