(Sanniopress) – A scanso di equivoci premetto che condivido in gran parte l’appello firmato da Sergio Ulgiati, Ivan Cicconi, Luca Mercalli e Marco Ponti (http://www.notav.eu/article5858.html), da cui, dati alla mano, emerge che “il progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese e non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti”.
Così come condivido l’affermazione di Simone Perrotti (https://www.sanniopress.it/?p=21357), secondo cui “un poliziotto violento scredita il Paese e la democrazia, dunque danneggia tutti” (basti pensare alla notte dei pestaggi a Bolzaneto, che resta una delle pagine più buie e vergognose della storia del nostro Paese).
So anche che la costruzione della linea Lione-Torino è un affare da miliardi su cui puntano molte imprese (comprese le cooperative rosse) e che la Val di Susa è un territorio ad alta penetrazione della ‘ndrangheta (Bardonecchia fu il primo comune del Nord sciolto per mafia), come ha spiegato ieri Ferruccio Sanza sul Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/01/appalti-miliardari-a-chi-fa-gola-la-torino-lione/194709/).
E so, infine, che il sistema informativo italiano è in gran parte controllato da lobby che hanno tutto l’interesse a dare una falsa rappresentazione della Tav.
Tutto ciò, però, non mi impedisce di provare fastidio nel vedere il manifestante che irride un carabiniere “pecorella” e di condannare fermamente gli atti di violenza messi in atto dalla frangia estremista dei No Tav o le varie forme di intimidazioni nei confronti dei giornalisti (https://www.sanniopress.it/?p=21391).
Qualcuno su facebook ha scritto: “Dal giornale dei bla bla bla e dei peti dei politici sanniti mi sarei aspettata questa pseudo notizia. Ma che Sanniopress difendesse acriticamente la categoria, e non con parole proprie, ma con quelle del fascista Vendola, com’è fascista tutto il PD che sostiene questo governo, mi fa schifo”. In un successivo commento, ha anche aggiunto: “Andrebbero internati simili giornalisti beneventani!”. E sorvolo su altre equilibrate affermazioni lasciate sulla mia bacheca facebook, che comunque testimoniano il clima che si è creato attorno ai giornalisti in queste ore anche a Benevento e dintorni.
“Questo clima di crescente tensione va dissolto – ha affermato il presidente della Fnsi, Roberto Natale -. Per noi giornalisti, operatori, fotografi: che non stiamo rivendicando privilegi di “casta”, ma reclamando il sacrosanto diritto-dovere di andare sul posto di lavoro senza dover temere insulti, minacce, botte. Per le migliaia di cittadine e cittadini della Val di Susa, che hanno tutto il diritto e l’interesse a non vedere schiacciate le loro ragioni dalla violenza di pochi (un film già visto in troppe tristi repliche, come quella del 15 ottobre scorso a Roma). Per l’intera opinione pubblica italiana, che sulla Torino-Lione deve essere messa in grado di conoscere molto di più dei quotidiani bollettini militari. A questo serve il giornalismo: perché fornisce (quando lo fa) ad un Paese i dati per arrivare ad una decisione collettiva importante in modo consapevole, sulla base di un consenso – o di un dissenso – informato”.
Una riflessione che merita grande attenzione.
Consiglio non richiesto.
L’articolo è quasi del tutto condivisibile.
Però sé alla fine del pezzo si cita il “signor” Roberto Natale (inutile, fazioso e…) che fino ad oggi è stato cieco e sordo..
La credibilità né risente…