(Sanniopress) – Con le elezioni comunali della prossima primavera una fetta della casta sannita sarà spazzata via. E’ una buona notizia. Si andrà al voto in nove comuni – Apollosa, Arpaia, Campolattaro, Limatola, Molinara, Santa Croce del Sannio, Sassinoro, Pontelandolfo, Vitulano – e saranno fortemente ridimensionati i consigli, sarà ridotto il numero degli assessori e in qualche caso, come a Sassinoro, la giunta sarà formata solo dal sindaco. Molti che hanno campato fino ad oggi con la politica andranno a casa o, almeno, non rientreranno nella casa comunale con le elezioni. Ribadisco: è una buona notizia. E ora, se avete un po’ di pazienza, dirò perché. Prima, però, c’è da aggiungere che ancora una volta cambia il destino della Provincia ma non per Benevento. Le province saranno divise in tre fasce – grandi, medie, piccole – e solo le piccole, nelle quali rientra la provincia beneventana, seguiranno il destino delineato dal decreto salva-Italia. Dunque, se tutto resterà così, un altro pezzo consistente della casta politica e parapolitica sannita sarà spazzata via. Ottima notizia. Ecco perché.
Il risparmio senz’altro c’è ma non è questo il punto. Ci saranno meno stipendi, prebende, gettoni. E’ un risparmio e non è il caso di sputarci sopra. Ma è un aspetto secondario. Il vero risparmio sta nel dimagrimento della classe amministrativa: per un paese che vive di politica, è una grande novità. La politica è troppo presente, è invasiva, è pervasiva, si infila ovunque e, ciò che è peggio, lo fa con il permesso e la volontà dei cittadini che da una parte amano essere sudditi e dall’altra invocano diritti e servizi. La casta politica pesa sulla nostra società e i bilanci delle nostre famiglie non solo perché succhia soldi ma soprattutto perché è tracotante, sia nella presenza sia nella funzione. Non c’è cosa che non passa attraverso la politica. Bisogna decidere quante seghe e quanti motoseghe comprare in comunità montana? Decide l’assessore. Bisogna decidere chi e come cura il verde pubblico? Decide l’assessore? Bisogna nominare il direttore sanitario? Decide la politica. Bisogna dotare l’ospedale di medici e personale paramedico? Si consulti la politica. Bisogna illuminare il paese per Natale? Riecco l’assessore.
Qualcuno si straccerà le vesti. Già li sento i tromboni che siedono nelle istituzioni. Dicono che questa è antipolitica, dicono che la democrazia non può fare a meno della politica, dicono che gli amministratori sanniti sono bravi e capaci. Dicono amenità e tricche e ballacche di questo tipo. La politica non muore solo di antipolitica ma anche di troppa politica. Anzi, quella che si chiama antipolitica ha la sua origine proprio nella politica che ritiene – ripeto, con la volontà e l’invocazione dei cittadini che amano la servitù volontaria – di dover essere onnipresente, di entrare in ogni dove, di farsi gli affari suoi anche quando è chiaro che è semplicemente di troppo. Tutti – ribadisco – tutti i nostri comuni non hanno bisogno di più politica ma di meno politica. Non hanno bisogno di molti consiglieri, di molti assessori ma di meno, di meno di tutto: meno consiglieri, meno assessori, meno tutto. La tradizione amministrativa meridionale è la peggiore d’Europa e ciò che serve ai nostri comuni è proprio quello di avere poche persone che si dedicano alla macchina amministrativa con le migliori intenzioni (almeno quelle).
Come funzionano le cose negli enti locali e come si gestisca la spesa pubblica non ve lo devo dire io. Tutti sapete tutto. Basta diminuire il numero degli attori per cambiare anche la sceneggiatura? No, non basta. Ma è già un passo avanti. L’altro passo è quello della diminuzione della spesa. L’occasione non fa solo l’uomo ladro, ma anche l’assessore. Diciamo che ci saranno meno occasioni. Per ora s’inizia in nove comuni, poi toccherà agli altri, compresa Benevento e Provincia. Iniziamo a mandare a casa un pezzo della peggiore casta nazionale.