(Sanniopress) – Dopo l’approvazione della legge sul maestro di sci attendiamo con ansia le leggi su: il maestro di danza, il maestro di karaoke, il maestro di biliardino, il maestro di jogging, il maestro di pelota, il maestro di dama, il maestro di scacchi, il maestro di pesca in acqua dolce e salata, il maestro pasticcere, il maestro di tre sette, il maestro di nozze con i fichi secchi – che sarebbe il più utile di tutti -, il maestro di sciarpe, il maestro di maglioni a collo alto e a v, il maestro di pasta e fagioli, il maestro di fumetti, il maestro di caldarroste, il maestro di pane cotto, il maestro di cartongesso, il maestro di alici marinate, il maestro di ciliegie sottospirito, il maestro di canta che ti passa, il maestro del fai da te, il maestro del gioco delle tre carte, il maestro di sci sull’erba – esiste, informatevi – , il maestro di canottaggio, il maestro di basket, il maestro di calcio, il maestro di canto rauco, il maestro di sole – con la o aperta -, il maestro del gioco della campana, il maestro di biglie, il maestro del salto sul piede destro, il maestro del salto sul piede sinistro, il maestro di fischio, il maestro di pernacchio – ma questa è cosa seria: si veda don Ersilio alias Eduardo in L’oro di Napoli -, il maestro di ricotta, il maestro di bufala, il maestro di parmigiana, il maestro di zig-zag, il maestro di abbronzatura, il maestro di canto a bocca chiusa, il maestro di coperta e di sottocoperta, il maestro di spara balle, il maestro di sera bel tempo si spera, il maestro di fortuna, il maestro di cozze, il maestro di vongole, il maestro di anguille, il maestro di taglio e cucito, il maestro di pelo e contropelo, il maestro di cornetti, il maestro di aria fritta, il maestro dell’asso nella manica, il maestro pigliatutto, il maestro di pere cotte, il maestro di corsa campestre, il maestro di cazzeggio, il maestro di occhiolino, il maestro di ragù, il maestro di rutti, il maestro di pernacchie con l’ascella, il maestro di cerbottana, il maestro di fionda, il maestro di sorpasso, il maestro di seduta al bar, il maestro di filone a scuola, il maestro di malattia, il maestro di certificato falso, il maestro di pianto greco, il maestro di shampoo, il maestro di messa in piega, il maestro di acchiappa nuvole, il maestro di assessori all’inutilità, il maestro di cavare un ragno dal buco, il maestro di granchi, il maestro di gelati caldi, il maestro di tiro con l’arco senza corda, il maestro di pattini a rotelle quadrate, il maestro di pettinatori di bambole, il maestro di color che sanno come si fanno le leggi sul maestro di sci mentre l’Italia intera è in una tormenta di neve.
Voi pensate che tutto questo elenco – che ho interrotto ma che potete continuare finché vi pare – sia una presa in giro. Sbagliate. La legge che è stata approvata qualche giorno fa dalla Regione Campania era attesa – ha detto Sandra Mastella – da oltre venti anni. Il dramma è che ha ragione. La legge quadro sul maestro di sci risale al 1991. Noi siamo il Paese in cui si legifera su tutto e ogni professione, arte o mestiere deve essere inquadrata in una norma e in un albo professionale. Così mentre il governo passa in rassegna ordini e professioni e prova a riformarli, la Regione approva la legge sul maestro di sci e i maestri di sci campani potranno iscriversi all’albo. A breve la Regione potrà istituire dei bei corsi di formazione per gli aspiranti maestri di sci che invece di imparare a sciare su in montagna, da Laceno o Roccaraso a salire, potranno frequentare un bel corso di formazione in Regione. Un po’ come avviene per i barbieri i quali una volta frequentavano i saloni o le barberie per imparare il mestiere e ora devono essere riconosciuti per legge attraverso il rilascio di un bel diploma che, naturalmente, ha un suo costo. Ma se non imparano a fare barba e capelli frequentando un vero mastro, a che cosa servirà loro il diploma di barbiere?
La legge del maestro di sci appartiene alla cultura del pezzo di carta, del certificato, del bollo e del timbro. Alla cultura che pensa che più importante di saper sciare è il bollo che certifica che si sa sciare. E’ una cultura sterile perché la realtà e quella sorta di super-realtà che sono il sapere e il saper fare non si creano per decreto. I maestri di sci campani dove andranno a sciare? I maestri di sci di Benevento dovranno attendere la prossima Grande Nevicata in arrivo tra trent’anni per sciare dalla Pace Vecchia al Triggio. A meno che la Regione non abbia in programma anche una legge per far nevicare ogni anno anche a Napoli, Salerno e Caserta. La legge sul maestro di sci, attesa o no da vent’anni, è semplicemente contraria alla (timida) tendenza del governo di mettere da parte il valore legale dei diplomi e dei pezzi di carta per badare al sodo. E il sodo dice che le cose s’imparano a fare sul campo e si praticano sul campo e non nelle carte della burocrazia che non producono niente perché dal morto non nasce il vivo. La scia della legge del maestro di sci è da abbandonare perché porta dritto ad istituire la legge sul maestro di zucchero a velo sul pandoro, il maestro di buchi nel formaggio, il maestro di ballo del qua qua, il maestro dei buchi nell’acqua, il maestro di riparazione delle ruote bucate, il maestro della gonfiatura dei palloncini. Vi prego, continuate voi. Io vado a scrivere il testo della legge sui maestri dei politici inutili che già può contare su una grande maggioranza in consiglio regionale.