(Sanniopress) – La chiave di lettura del romanzo E… divennero sorelle (edizioni Guida, 2011, pagine 150, 13 euro) dell’esordiente Giulia Di Nola è a pag. 147, nei ringraziamenti: la scrittura come strumento per esorcizzare definitivamente l’esperienza della malattia (il diabete) e trasmettere la speranza a quanti all’improvviso scoprono di esserne affetti.
La sofferta storia clinico-sanitaria di Enrica De Stasi, protagonista del libro, ha infatti fondamenti reali, autobiografici, così come l’ambientazione che si sviluppa nelle suggestive colline sannite, descritte con la tipica passione di ama la propria terra.
Enrica si rapporta continuamente alla sorella Marta, gemella fin troppo ingombrante e spesso tirannica. Sullo sfondo il padre Aldo, eccellente agronomo, paladino del buon nome della famiglia e soprattutto uomo tutto lavoro, rettezze, perbenismo ma dallo scarso senso affettivo. “La cattiveria con cui Aldo imbastiva il suo comportamento era tanto evidente – confessa la protagonista – da lasciare in me, giovane virgulto, ferite che solo nel tempo si sono rimarginate”.
La madre Amelia, invece, è segnata dalla perdita del figlio: “Visto morire due volte: quando Aldo me lo volle sottrarre istituzionalizzandolo perché malato, e quando, dopo anni di peripezie, di sofferenze, di affronti nella persona di Salvo, moriva come un fiore messo al macero, nella più totale solitudine”.
Amelia, durante un viaggio in Toscana, rivelerà ad Enrica il segreto tenuto per sé da anni, che farà luce sulle patologie della figlia ma anche sulle oggettive ed insanabili differenza tra le due gemelle.
Sullo sfondo la proiezione autobiografica del cammino clinico affrontato dall’autrice, “reso aspro e ancor più impervio dall’incapacità professionale dei medici” e il difficile raggiungimento di una nuova dimensione di vita: quella della genitorialità.
La storia, insomma, è ben costruita e molto appassionante nonostante l’uso talvolta eccessivo dell’asettica terminologia scientifica. Un piccolissimo difetto che ad una debuttante va senz’altro perdonato, soprattutto perché Giulia Di Nola dimostra di avere grande talento narrativo.
Un libro da leggere, dunque, perché dimostra che il diabete può diventare una categoria di vita, “una lente con cui guardare non solo la sofferenza degli altri diabetici, ma anche quella di donne che – come scrive l’autrice – hanno le stesse precarietà e forse non lo sanno ma che possono trovare la giusta via, e quindi imbattersi quanto prima in specialisti competenti, capaci e umani, ma soprattutto deontologicamente irreprensibili”.
Il libro verrà presentato sabato 18 febbraio alle ore 17,30 presso la Biblioteca del Sannio di Cerreto Sannita. Oltre all’autrice, interverrà lo psicologo e scrittore Roberto Perrotti. Il programma della serata prevede i saluti di Lorenzo Morone (vice sindaco e assessore alla Cultura del Comune di Cerreto Sannita) e Antonello Santagata (presidente dell’associazione culturale “La Biblioteca del Sannio”). Le letture saranno curate da Ilaria Melillo e Giuseppe Guarino.
Per acquistarlo online: http://www.bol.it/libri/E…-divennero-sorelle/Giulia-Di-Nola/ea978886666090/?fb_ref=.TzmOgQ-N1n0.like&fb_source=timeline