(Sanniopress) – Maurizio Zamparini se potesse non metterebbe più piede a Benevento. Troppi guai, pochi risultati, troppi pasticci, pochi fatti. L’avventura beneventana dell’inventore del Mercatone e della catena Emmezeta è stata davvero sfortunata e, siccome non è ancora finita, chissà cos’altro potrà diventare. Un’esperienza così sfortunata e nata sotto una cattiva stella o sotto una luna storta che il presidente del Palermo calcio ha rischiato proprio a Benevento di allungare la lista dei presidenti della squadra siciliana finiti agli arresti. Infatti, nel luglio del 2010 la Procura della Repubblica di Benevento, dopo un’indagine ormai nota e durata quattro anni, chiese i domiciliari per l’imprenditore di Palmanova costruttore e proprietario del centro commerciale I Sanniti. Un’operazione edilizia e commerciale che nella storia di Zampacenter è un buco nell’acqua. Soprattutto se si considera che la storia di Maurizio Zamparini, come imprenditore e come presidente di squadre di calcio, dal Venezia al Palermo, è costellata di successi. Eppure, l’amico di Piero Grasso, il procuratore capo della Direzione nazionale antimafia che ai ritiri precampionato del Palermo si mostra simpaticamente in calzonicini e maglietta rosanero, a Benevento è incappato in questa “guerra sannita” che, secondo i magistrati, configura i reati di corruzione e truffa ai danni della pubblica amministrazione. Davvero una storia controversa, anche con episodi di colore, che è un po’ una macchia in una carriera di tutto rispetto: a Palermo l’imprenditore friulano resiste agli assalti della mafia. Tanto che il giornalista Gianfranco Turano nel libro Fuori Gioco (Chiarelettere), dedicato ai rapporti tra calcio e potere, glielo riconosce apertamente: “L’intransigenza dell’imprenditore friulano è degna di nota e di lode”.
Purtroppo, la stessa lode non c’è per l’esperienza sannita che rientra a pieno titolo nel libro, tanto che anche l’attuale consigliere comunale Aldo Damiano ha l’onore della menzione. Infatti, circa un anno dopo la richiesta degli arresti domiciliari – richiesta respinta dal gip e dal Tribunale del riesame – “nel maggio 2011, la magistratura riesce a ottenere dalla Cassazione il sequestro cautelativo di azioni del Palermo per un valore di 17 milioni di euro. A luglio il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio di Zamparini insieme all’ex assessore all’Urbanistica Aldo Damiano e ad altri 12 indagati”.
Zamparini, anche osservandolo e ascoltandolo solo in televisione e nei passaggi sportivi, è un personaggio di tutto rispetto. Nel libro è definito “cattolico anomalo”, pare creda nella reincarnazione delle anime e si dedica a letture esoteriche. Ha comprato anche una casa in Egitto perché lì la sua seconda moglie, Laura Giordani, appassionata di fenomeni paranormali, si sente vicina a un campo magnetico speciale dal quale è più agevole contattare le forze occulte, almeno così riferisce l’autore del libro. Sta di fatto che Zampacenter, proprio grazie alla metempsicosi e all’esoterismo e alla sua casa in Egitto, si sarà trovato a casa sua anche nell’associazione Iside Nova, presieduta da Elio Mastella, la onlus che di misteri esoterici, visto il nome, non se ne fa mancare. Uno di questi è, naturalmente, quello dei 50mila euro, regolarmente citato nel testo: “Il versamento della somma, secondo la ricostruzione fatta dallo stesso Zamparini in conferenza stampa, è avvenuto dopo un incontro con Sandra Lonardo. La signora Mastella avrebbe promesso di intervenire sul sindaco di Benevento, che osteggiava il progetto del centro I Sanniti. Lei ha ammesso il versamento, ma ha negato di avere fatto pressioni sul sindaco. Secondo la sua versione, il regalo era un contributo per realizzare la manifestazione cittadina ‘Quattro notti e più di luna piena’. L’edizione della kermesse è quella del 2007, quando Clemente Mastella era ministro di Grazia e giustizia nonché sindaco di Ceppaloni, e sua moglie presiedeva il consiglio regionale della Campania”.
I misteri dell’esoterismo di Zamparini nella terra di Iside riguardano anche un altro racconto, riportato anche questo nel libro, in cui Zampacenter, sempre davanti alle telecamere, ha detto di aver “sostenuto la squadra di calcio locale con una donazione di 200.000 euro su richiesta degli amministratori locali”. Un mistero eleusino perché la donazione pare non risulti in alcun bilancio e il presidente del Palermo, che ha presentato un esposto alla Procura di Benevento, “si è difeso dicendo di essere stato vittima di un’estorsione”. Iside e Osiride, evidentemente.