(Sanniopress) – Caro Giancristiano, ho seguito con attenzione le cose che hai scritto in questi giorni, trovandovi molti spunti condivisibili. Ma sono in totale disaccordo sullo spirito di fondo che sorregge le tue riflessioni: che, cioè, è inutile invocare lo “Stato” e le “istituzioni” durante un’emergenza come questa. «Lo Stato che già fa schifo di suo non ce la fa a stare dietro a tutte le emergenze che ricoprono come un cielo di dolore il Bel Paese». Così scrivi.
Io, come sai, sono da tempo sostenitore del ruolo attivo della c.d. “società civile” e ho sempre meno fiducia nelle capacità della politique politicienne di risolvere i problemi enormi che ci troviamo ad affrontare in un passaggio, appunto, epocale. Ma se c’è un momento in cui la “politica” e le “istituzioni” hanno un ruolo insostituibile, ebbene, mi pare che siano proprio le emergenze. Lì si testano i muscoli del capitano, che è lì per propria scelta, perché ha voluto assumersi la “responsabilità” non solo per sé e per la propria famiglia ma anche per la comunità di cui è parte di affrontare e risolvere i problemi (lo scriveva Hans Jonas ne “Il principio responsabilità).
Non è tempo di giudizi e bilanci definitivi: né per Pepe né per Alemanno, né per i dirigenti dell’Enel né per la Protezione Civile. Ma è doveroso che noi tutti, anche attraverso questo prezioso strumento di democrazia partecipata e di formazione dell’opinione pubblica che sono i giornali on-line e i social network, esercitiamo la difficile disciplina del giudizio nel mentre le cose accadono. E che alla fine, dunque, quando la neve sarà un ricordo, sia possibile lasciare agli annali un bilancio di ciò che è stato fatto e di ciò che non è stato fatto, di chi ha agito in modo responsabile e di chi è fuggito, di chi è stato previdente e di chi non lo è stato.
Io non sono un “politico” né un dirigente in un settore decisivo in questi giorni. Se lo fossi, accetterei di buon grado il giudizio, anche negativo, sul mio operato. Perché avrei scelto di avere tutti gli onori legati a quelle cariche e, dunque, anche tutti gli oneri, che proprio nelle emergenze aumentano, facendo di noi veri “capitani coraggiosi”. Troppi, invece hanno ripetuto in questi giorni: «Signor mozzo, io non vedo niente. Andiamo avanti tranquillamente».
Apprezzo in te il fustigatore della politica beneventana. Vederti difendere preventivamente coloro che liberamente hanno assunto il ruolo di “decisori pubblici” mi stupisce, dunque, non poco.