(Sanniopress) – A luglio del 2011 la ditta di trasporto Mazzone Bruno annunciò la volontà di rinunciare al servizio di autolinee tra Benevento ed Apice pagato dalla Provincia con fondi regionali, per grave crisi aziendale. A dicembre quel servizio è stato affidato temporaneamente alla ditta Sellitto e subito gli amministratori comunali di Apice, che si sono sempre disinteressati al problema, si precipitarono ad annunciare, con soddisfazione, che la vertenza era finita.
In realtà la questione è tuttora aperta perché la ditta Sellitto ha rinunciato formalmente al servizio e la Provincia non ha ancora trovato un nuovo gestore. La questione a prima vista appare come una delle tante vertenze di lavoro che si concludono, purtroppo nella disattenzione generale, con licenziamenti, cassa integrazione o riduzione del servizio. Invece questa esperienza acquista un rilievo particolare soprattutto per il ruolo della Provincia che sembra assolutamente incapace di ragionare della qualità del trasporto pubblico e la difesa dei posti di lavoro, senza farsi condizionare dalle logiche privatiste dei piccoli gestori che sono liberi di predeterminare scelte davvero incredibili.
Per questo motivo la vertenza per il trasporto Benevento-Apice merita di essere segnalata e raccontata. Si deve premettere che per tale servizio la Regione paga 220.000 euro all’anno ai quali si aggiungono altri 100.000 euro per biglietti e abbonamenti che di certo non sono tanto economici. Uno studente per venire a scuola a Benevento paga 40 euro al mese; il singolo biglietto Apice–Terminal di via Pertini costa 1,40 euro ma se il pullman arriva o parte dallo Stadio, il biglietto aumenta del 40%.
Con 320.000 euro all’anno quel servizio potrebbe essere sicuramente garantito ed invece, improvvisamente e senza motivazioni, la ditta Mazzone Bruno annuncia la crisi e rinuncia alla gestione. Prima di chiudere i battenti, però, quella ditta in crisi riscatta i pullman acquistati con i finanziamenti regionali per venderli ad altra società e trasforma il contratto di un dipendente da part-time a tempo pieno con un aumento di costi di cui però si deve far carico il nuovo gestore, come prevede la legge regionale n.3 del 2002.
Quando l’assessorato ai trasporti della Provincia avvia la trattativa per individuare la società di gestione che deve subentrare alla ditta Mazzone Bruno, stranamente non si accorge di queste anomalie e neppure nota che il personale da utilizzare doveva essere pari a 5 unità, cioè quello in servizio alla data della delibera della giunta provinciale n. 776 del 30 novembre 2007.
Di queste stranezze non si avvede, incredibilmente, neppure la ditta Sellitto che accetta di gestire il servizio assumendo sei dipendenti, e precisamente 5 autisti e un amministrativo, il figlio del titolare della ditta rinunciataria. Poi, per far quadrare i conti, Sellitto invece di rinunciare ad assumere il figlio dell’ex collega, riduce lo stipendio del 25% agli altri lavoratori e nonostante ciò, dopo due mesi di gestione, rinuncia al servizio troppo costoso. La Provincia che stranamente non riesce a chiudere un accordo con la EAV BUS interessata alla nuova gestione, avvia la trattativa con un nuovo aspirante, il consorzio salernitano COSAT.
All’interno di questa società troviamo, però, di nuovo Sellitto ma soprattutto scopriamo che c’è pure la neonata ditta Mazzone Bus & Travel srl il cui amministratore è la moglie di Stefano Mazzone, figlio di Bruno, proprio il dipendente amministrativo della ditta del papà che ha rinunciato al servizio. Cioè proprio quel sesto dipendente che la ditta Sellitto ha assunto, per distrazione, con aggravio di costi. E non è finita! Si scopre pure che la ditta Mazzone Bruno, prima di rinunciare al servizio, ha venduto il pullman acquistato con i fondi regionali per il servizio di linea Apice- Benevento ed utilizzato invece per fare gran turismo, proprio alla ditta Mazzone Bus & Travel srl amministrata dalla nuora. Quando si decideranno il presidente della Provincia, Aniello Cimitile, l’assessore ai trasporti, Gianvito Bello e il Direttore Generare, Raffaele Bianco ad aprire gli occhi per garantire il servizio pubblico fuori dalle alchimie di piccoli gestori locali?
* presidente Altrabenevento