(Sanniopress) – Dalla valle telesina viene un grido d’allarme a base di microcriminalità, speculazione edilizia e riciclaggio. Dalla valle caudina arriva un grido di allarme a base estorsione, usura, pizzo. Telesia e Caudium sono le due aree più importanti e produttive della provincia. Negli ultimi due decenni sono cresciute e si sono trasformate. I due “capoluoghi” delle Valli – Telese e Montesarchio – sono finiti in inchieste della magistratura – di cui si attendono, naturalmente, gli esiti processuali – e le amministrazioni degli enti locali conducono spesso un’attività vissuta pericolosamente. La politica piuttosto che essere un elemento di difesa è diventata a volte un elemento di offesa del territorio e della società fino a essere un veicolo del malaffare e, insomma, un cavallo di Troia. E’ con questa realtà che vanno fatti i conti.
I sindaci della valle telesina si sono riuniti in qualcosa che prefigura un consorzio tra gli enti che amministrano e si sono rivolti al prefetto. Il problema all’ordine del giorno è la microcriminalità. I sindaci di Telese, Solopaca, Amorosi, Castelvenere, sulla base di esperienze ed episodi, avvertono la vulnerabilità delle loro comunità e sanno che cose, case, proprietà, esercizi, persone sono esposte alla microcriminalità. Al prefetto Mazza chiedono che faccia qualcosa. Cosa? Il prefetto ha senz’altro poteri e può fare qualcosa. Prima di tutto ha un potere di monitoraggio, di controllo, quindi di misurato intervento dislocando uomini e mezzi. Ma il prefetto anche se può, non può tutto. Nessuno, credo, pensa di poter trasformare la provincia di Benevento in una prefettura. Anche se questo fosse il problema o la soluzione, è evidente che sarebbe solo una soluzione-limite. Il controllo del territorio, la vigilanza e la repressione sono elementi centrali ma è bene che i sindaci e le amministrazioni sappiano che la tranquilla vita di provincia dei nostri comuni e delle loro valli passa inevitabilmente anche attraverso un rilancio della buona amministrazione.
Non è più tempo di favole. Proprio perché non siamo più da tempo una provincia tranquilla o un’isola felice, abbiamo prima di tutto il dovere di non chiudere gli occhi su noi stessi. Una buona amministrazione – conti a posto, piano urbanistico in regola, trasparenza e lotta al malaffare – è di per sé un ottimo antidoto perché manifesta la forza delle istituzioni e degli uomini. Al contrario, amministrazioni allo sbando, conti in rosso, speculazione edilizia, ambiguità e tolleranza nei confronti del malaffare sono agevolazioni ad un crimine che è sempre ben organizzato e studia con oculatezza le mosse da fare per entrare in nuove aree e comuni per accasarsi. Dunque, è bene pretendere attenzione ed è giusto richiamare la prefettura a controllare e valutare iniziative per arginare un fenomeno insistente di microcrimine che prende di mira proprietà e abitazioni. Ma con altrettanta chiarezza è giusto richiamare anche le amministrazioni comunali e le forze politiche locali a dotarsi di comportamenti, provvedimenti, scelte che siano di per sé un ostacolo alla penetrazione territoriale e amministrativa del crimine organizzato.