(Sanniopress) – Qualche giorno fa Giancristiano Desiderio, su questo blog, ha sostenuto che Carmine Nardone non è e non può essere il leader dell’opposizione all’Amministrazione Comunale di Benevento per la sua storia di governo, per i fallimenti della sua Amministrazione provinciale, perché gli è innaturale il ruolo e perché l’innaturale alleanza che ne ha sostenuto la candidatura, se poteva restare unita in caso di vittoria, in nome del Governo, è deflagrata con la sconfitta. Di striscio Giancristiano anche ha scritto che il vero leader dell’opposizione è Nazzareno Orlando, prima di concludere che in realtà del se esista o meno un’opposizione e di chi ne sia il leader non glie ne “fotte” a nessuno di coloro che devono alzarsi la mattina per portare a casa la pagnotta. Ho già avuto modo di accennare una diversa opinione, sulla mia bacheca di Facebook, ma voglio spendere qualche riga in più, perché, da cittadino che si smazza quotidianamente per portare a casa la pagnotta, ritengo non indifferente il ruolo dell’opposizione e perché, nonostante sconfitta la sconfitta elettorale non riesco a spegnere né il cervello né la passione il governo della città (diverso dal potere sulla città).
Il ruolo dell’opposizione, a mio avviso, dovrebbe essere quello di controllo dell’attività amministrativa della Giunta, quello di servizio ai cittadini che non si sentono rappresentati e soddisfatti dalla maggioranza di governo, quello di costruzione di un’alternativa di governo, da realizzarsi anche prima della scadenza naturale della legislatura.
L’attuale opposizione Consiliare alla Giunta Pepe è inadeguata rispetto a tutti questi punti.
L’attività di controllo sulle malefatte della banda Pepe è scarsa ed inefficace. I gruppi di minoranza, infatti, sin qui, si sono dimostrati incapaci persino di ostacolare o impedire l’adozione di atti amministrativi viziati da difetti di legittimità, limitandosi a “parlare” di approssimazione o cinismo degli atti dell’Amministrazione. Approssimazione e cinismo non sono concetti giuridici; un’opposizione competente è in grado anche di impugnare, ricorrere, denunciare, riferendosi alle leggi ed ai regolamenti, mettendo, per questa via, il fiato sul collo degli Amministratori.
L’esistenza di un’attività di servizio dell’attuale minoranza, poi, si esaurisce in qualche occasionale interrogazione, sollecitata magari da un comitato non allineato, o in sporadici e tristi quanto inutili comunicati stampa, sul malcontento dei vigili per le divise, per esempio. In sostanza azioni svolte per dimostrare di aver adempiuto all’input del cittadino arrabbiato piuttosto che orientate ad incalzare gli Amministratori per risolvere sul serio qualche problema; insomma, mero outing per conto di cittadini incazzati e gruppi non ancora fagocitati dall’imperium PD. L’idea di porsi, ad esempio, quali messaggeri di trasparenza, organizzando dirette web del Consiglio Comunale o pubblicando in rete gli atti che l’amministrazione nasconde, manco sfiora le menti degli esponenti dell’opposizione.
Per finire, il ruolo più importante di una minoranza che si sente opposizione e che vuole costruire un’alternativa dovrebbe essere quello di scavare un solco nel consenso popolare e consiliare della maggioranza, attraverso emendamenti e proposte, attraverso azioni ora di ostruzionismo ora di opportuno sfruttamento delle contraddizioni della maggioranza. Assistiamo, invece, ad una maggioranza si mette in discussione da sola, si divide, polemizza al proprio interno per poi unirsi sotto le insegne del potere e degli affari, senza che l’opposizione riesca a proporre un solo emendamento capace di sfruttare queste debolezze o ad avanzare una proposta che possa alimentare un moto di consenso popolare e politico tale da poter essere approvata o anche bocciata con vergogna dal monocolore di governo. In generale si ha la sensazione che regni nei banchi della minoranza un sentimento di rassegnazione rispetto alla propria inutilità, cui consegue una attività di mera sussistenza: sporadiche lamentele, inutili astensionismi, interventi più o meno coloriti come meri attestati di presenza, vana.
Anche le forze politiche e sociali non rappresentate in Consiglio Comunale non svolgono più azioni incisive di opposizione. Col passare dei mesi, infatti, e lo scemare dell’acredine e del risentimento per le contrapposizioni dure della campagna elettorale, il sindaco è stato capace di (ri)creare alleanze di comodo e (ri)annodare rapporti un po’ lacerati con la scusa della lotta contro comuni nemici. Anche in virtù di questo va riconosciuta al Sindaco una abilità politica pari o superiore alla sua incapacità di governare e di orientare al miglioramento della qualità della vita dei cittadini l’azione della sua Giunta.