(Sanniopress) – Tra gli imprenditori e lo Stato chi ha tradito? Molti giornali e organi di informazione dedicano ampio spazio agli imprenditori, alle loro storie, spesso dolorose e strappalacrime; riempiono pagine di quotidiani e contribuiscono ad aumentare l’indice di ascolto di trasmissioni televisive. Il massimo di “audience” si raggiunge quando c’è il suicidio dell’imprenditore. Giornalisti scatenati documentano tutto quello che è accaduto. Ma le storie sono quasi sempre le stesse. E così finiscono successivamente nelle pagine interne, nei servizi televisivi notturni e comunque nel dimenticatoio. A chi vuoi che interessi la fine di un imprenditore che magari ha sfruttato gli operai, ha lucrato su finanziamenti facili? E magari è anche fallito dopo essere stato protestato?
Eppure in questa Italia che rischia di pagare un conto troppo salato e di sacrificarsi senza far pagare i veri colpevoli del disastro economico, qualcosa si può ancora fare. A patto che si cominci davvero dal basso, o come si dice dal “territorio”. La vera sfida parte dalla piccola impresa, che con estrema lucidità deve valutare la propria possibilità di sopravvivenza. In particolare, il settore manifatturiero deve guardare in faccia la realtà produttiva ed economica. E’ inutile farsi illusione. Lo Stato che apre le porte alla piccola impresa, creando infrastrutture e servizi per consentire all’azienda di svilupparsi e crescere, forse non è mai esistito.Lo sappiamo bene in Campania e soprattutto nel Sannio.
Il direttore di banca che vi chiama per proporvi fidi e prestiti a condizioni favorevoli è soltanto un sogno. Oggi dalla banca vi chiama la segretaria del direttore che vi chiede perentoriamente di rientrare nel fido o vi annuncia che il vostro assegno (impagato) sarà avviato al protesto! Oppure vi chiama direttamente il notaio: siete anche voi iscritti all’allegra brigata dei protestati!
Inutile domandarsi: “se per l’operaio licenziato c’è la cassa integrazione perché per l’imprenditore fallito non c’è niente?” Ci sentiamo traditi da questo Stato, che ha pagato nell’anno 2010 ben 1.203.638.249 ore di cassa integrazione, pari a 150.474.781 giornate lavorative! Ma uno Stato che paga oltre 19 miliardi di euro per non
lavorare che Stato è?
* coordinatore campano di Impresecheresistono